Regia di David Frankel vedi scheda film
Non un capolavoro, nemmeno brutto o sbagliato come hanno ululato certi critici intellettuali. Bisonti della settima arte, con un cachet sindacale, spargono melassa ma offrono una prestazione professionale e in buona fede: questo va riconosciuto, a meno che non guardiamo oltre il nostro naso e cerchiamo sempre il male dappertutto.
Un film può essere "manipolativo", come se i sentimenti e le emozioni di questo mondo fossero tutte votate al plagio (questo problema non sussite nella vicenda narrata, bensì negli occhi di chi guarda). Se sa manipolarmi in maniera positiva, che infondo è il vero scopo dell'arte, mi presto al gioco volentieri, senza affossarmi in troppe elucubrazioni basate su dogmatica retorica intellettuale, che causano fortune alterne nei box-office ad opere in attesa di essere riscoperte. Questo film non è un capolavoro, tuttavia non è nemmeno brutto o sbagliato come hanno ululato certi critici. Bisonti della settima arte, con un cachet sindacale, spargono melassa ma offrono una prestazione professionale e in buona fede: questo va riconosciuto, a meno che non guardiamo oltre il nostro naso e cerchiamo sempre il male dappertutto. L'epilogo è stato reso meno prevedibile di quanto lo spettatore poteva temere, la fotografia è ottima, il risultato finale - in un eventuale scala dei valori - è "Tre metri sopra il cielo" di molto cinema nostrano. Infine, se non vi piaciono le "if comedy" o reputate che i nomi coinvolti siano degni di storie più strazianti o elaborate, avviatevi verso la vostra cineteca e dirigetevi direttamente verso Polanski o Tarantino. Il cinema è bello proprio perchè è vario.
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