Regia di Andrea De Sica vedi scheda film
34 TFF- CONCORSO
Esordio singolare di un figlio e nipote sin troppo d'arte come Andrea De Sica, la cui ambientazione e da collegio svizzero ricorda certi filoni di letteratura per ragazzi tipo La teleferica misteriosa di Pessina.
Solo un'associazione logistico epidermico che sbiadisce man mano che la storia, non proprio originale e di formazione adolescenziale, si sposta sulle strade più scontate dell'iniziazione sessuale e del bullismo.
In un collegio svizzero austero e destinato a lanciare la classe dirigente del futuro arriva il figlio di una imprenditrice vedova troppo impegnata in Turchia per potersi lo accollarsi.
La sua permanenza in loco gli aprirà la strada alla vita permettendogli di cavarsela con l'inganno e la codardia di un atteggiamento vile ed opportunista che sbiadisce, anzi cancella e rade al suolo ogni più impellente sana ribellione istintiva iniziale.
Bravi i due protagonisti principali, coadiuvati dal solido Rongione, in un film che ricorda anche, nelle sue atmosfere, l'omino stupendo Lunga vita alla signora.
Musiche dei Matia Bazar (Ti sento cantata da Antonella Ruggero è sempre un bel sentire) in un film dedicato alla memoria del padre Manuel, dinastia De Sica.
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