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I figli della notte

Regia di Andrea De Sica vedi scheda film

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La recensione su I figli della notte

di maghella
6 stelle

Giulio (Vincenzo Crea) è un ragazzo non ancora maggiorenne, che viene messo in un collegio di lusso dalla madre perché troppo oberata dal lavoro. Di ottima famiglia, orfano di padre, Giulio è un adolescente introverso che cerca ancora una sua identità, sopraffatto da un senso di inadeguatezza nei confronti del suo stato sociale, non si sente pronto per ricoprire il ruolo che lo attenderà una volta adulto.

Ludovico Succio, Vincenzo Crea

I figli della notte (2016): Ludovico Succio, Vincenzo Crea

 

Il collegio è situato ai piedi delle dolomiti, circondato da boschi innevati e isolato dal resto del mondo; una sorta di scuola di preparazione per giovani rampolli, che una volta usciti dovranno essere in grado di ricoprire posizioni di responsabilità e prestigio. Giulio e il suo compagno di stanza vengono prelevati durante la prima notte da un gruppo di compagni mascherati, dai quali vengono bullizzati come rito di iniziazione. A queste prepotenze l’unico che si oppone è Edo (Ludovico Succio), un giovane compagno che da subito simpatizza con Giulio prendendone le difese. Inizia così una bella amicizia tra i due, che presto diventano inseparabili. Se il giorno si studia, la notte diventa il momento ideale per esplorare l’interno del collegio con tutti i suoi corridoi più nascosti, sempre però monitorati segretamente dal sorvegliante del collegio Mathias (Fabrizio Rongione), un ex alunno che fa da tutor agli studenti.

Anche l’esterno del collegio offre ben presto un pretesto per delle piccole fughe notturne. Infatti a poca distanza c’è un Night che ospita seducenti ballerine. Giulio non fatica ad innamorarsi di Elena (Yuliia Sobol), una giovanissima prostituta che lo inizia al sesso e all’amore.

Durante le feste natalizie, Giulio ed Edo rimangono nel collegio, e scoprono che esiste un’ala nascosta dell’edificio dove ad Edo si manifestano delle misteriose presenze di ragazzi scomparsi. Inizia la frattura tra i 2 amici: mentre Giulio è offuscato dall’amore per Elena, Edo prende consapevolezza di essere all’interno di una sorta di scuola/laboratorio, dove ogni loro gesto o iniziativa è analizzato e giudicato. Edo decide così di scappare, mentre Giulio è sempre più deciso a prendere le distanze dai comportamenti border line del suo amico. Edo prende la sua decisione più estrema e sfugge non tanto alla scuola quanto al suo destino in maniera definitiva e drastica.

Vincenzo Crea, Ludovico Succio

I figli della notte (2016): Vincenzo Crea, Ludovico Succio

Una volta scoperto il corpo dell’amico, Giulio vuole anche lui ribellarsi al collegio e a tutto quello che rappresenta. Cerca così la sua via di fuga tramite l’amore con Elena. Purtroppo questa sua scelta risulterà mal riposta, e la sua decisione darà il via ad una escalation di eventi che porterà alla definitiva formazione del ragazzo. 

Opera prima di Andrea De Sica, che ne firma (oltre che la regia) anche la sceneggiatura insieme a Mariano Di Nardo e Gloria Malatesta. Un buon esordio per De Sica, che cerca di scrivere una storia originale utilizzando da subito un linguaggio personale. Purtroppo, l’errore che fanno molti esordienti è proprio quello di voler risultare autoriali al primo colpo, peccando spesso di immodestia. Accade infatti che essendo la regia offuscata da un linguaggio troppo acerbo per il tipo di stile scelto, il risultato è quello di una pesantezza inutile per alcune scene che vorrebbero essere di risalto. In questo caso il giovane De Sica è supportato da una sceneggiatura abbastanza solida da poter evitare tali “scivoloni”, e la troppa carne che è stata messa sul fuoco viene perciò solo bruciacchiata e non carbonizzata, per fortuna.

De Sica si sente già autore, ma non nasconde le sue fonti di ispirazioni, chiaramente rivolte alla narrazione horror, più specificatamente a “Shining”-1980 di Stanley Kubrick, quindi ben venga chi guarda al più grande per cominciare. Non si può infatti non pensare all'Overlook Hotel guardando il collegio di Giulio: il senso di isolamento, la neve, i corridoi e naturalmente gli spiriti che ne sono intrappolati, fanno l’occhiolino al lavoro del maestro Kubrick, ma in maniera rispettosa (lo ammetto) senza supponenza. Purtroppo la ricerca della “maniera” coccia con quello del “genere”, nel senso che quando si utilizza (soprattutto per i primi lavori) un linguaggio di genere, bisognerebbe sottostare a regole precise che non coincidono sempre con la maniera autoriale. Questo squilibrio può causare lungaggini o pesantezze inutili, evitabili se si avesse magari solo un po’ più di modestia nel gestire la macchina da presa.

Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Andrea De Sica

I figli della notte (2016): Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Andrea De Sica

Quello che ho invece apprezzato molto è stata la scelta della colonna sonora. Anche qui Andrea De Sica ci mette la firma insieme a Leo Rosi. Vengono composte musiche originali di gran spessore e inserimenti di canzoni che accompagnano in modo importante il racconto, una su tutti “Ti sento” dei Matia Bazar. Anche in questa scelta De Sica dimostra di avere le idee chiare sul tipo di film che vuole, un racconto che sia empatico sotto tutti i punti di vista e che riesca a far breccia sullo spettatore su più livelli. E’ inevitabile quindi puntare molto sulla colonna sonora per ottenere il risultato sperato.

Molto bravi i 2 protagonisti: Vincenzo Crea è Giulio, mentre Ludovico Succio è Edo. Vincenzo Crea riesce a mantenere sul proprio volto tutto il peso di una drammatica metamorfosi che il suo personaggio affronta, fino alla scena finale. Un volto molto interessante per il cinema italiano, che mi auguro venga sfruttato al meglio.

Il film è dedicato a Manuel De Sica (musicista, morto nel 2014) padre di Andrea. Ammetto di aver visto il film senza sapere di chi fosse la regia, questo mi ha evitato degli inevitabili pregiudizi dovuti all’ingombrante cognome che Andrea porta. Per quanto mi riguarda, Andrea esce con un giudizio sufficiente, mi auguro che con i prossimi lavori possa smussare le incertezze che ho notato in questo suo primo film, che si liberi da certe modalità troppo elaborate o che ne riesca a gestire le difficoltà.

locandina

I figli della notte (2016): locandina

 

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