Regia di Andrew Marton vedi scheda film
Cronaca romanzata di un reale episodio accaduto durante i primi Giochi Olimpici dell'era moderna, svoltisi ad Atene nel 1986: la vittoria nella maratona del pastore greco Spiridione Loues che riuscì a battere clamorosamente, con la sola forza delle sue gambe, il favoritissimo e addestrato "campione" made in USA.
L'idea di partenza, lo "spunto", sia pure abbastanza stravagante, è interessante, e avrebbe meritato davvero qualcosa di più e di meglio.
E' nella realizzazione pratrica, infatti che casca l'asino: incerto fra dramma e commedia, il regista scivola spesso nelle banalità più ovvie sfiorando persino la caricatura.
Il risultato complessivo è decisamente mediocre ( Marton non riesce nemmeno a rendere interessante la rievocazione "ricostruita" - utilizzando anche inserti originali - di quell'olimpiade lontana.) Insomma, niente è degno di nota: scialba la regia, senza nerbo la recitazione degli attori tutti più che mediocri (la prosperosa Jane Mansfield, Trax Colton, Nico Minardos, Maria Xenia e il "vero" campione sportivo Bob Mathias, ormai "in pensione", ma dal passato glorioso, vincitore nel decathlon, di ben due medaglie d'oro: una ai Giochi di Londra nel 1948, l'altra a quelli di Helsinki del 1952).
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