Regia di Ferne Pearlstein vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2016 - SELEZIONE UFFICIALE
Esiste un confine di decenza, un limite oltre il quale anche il comico più provocatorio è lecito si fermi, evitando di superare eventuali barriere oltre il rispetto, la convenienza, il buon gusto e il rispetto della memoria?
Sono innanzi tutto gli stessi protagonisti a risponderci. O a tentare di farlo.
In modo ironico, sincero, a volte provocatorio, quasi sempre in modo brillante, spigliato come si conviene ad un comico di razza.
Ma, ci viene pure testimoniato dagli stessi reduci, furono gli stessi deportati nei campi di concentramento, i pochi sopravvissuti agli orrori del ghetto, a testimoniare il valore salutare di una risata, in grado molte volte di alleviare sofferenze fisiche e morali, umiliazioni e far dimenticare, almeno per un poco, fatiche indicibili e stenti patiti nei campi di sterminio.
Molti comici dicono la loro: tra tutti ci piace ricordare Mel Brooks, che è sempre una soddisfazione rivedere e riascoltare, ancora scattante e lucido nonostante l'età avanzata.
E ci interessa pure la storia del film mai uscito di e con Jerry Lewis, clown utilizzato per intrattenere i bambini in attesa di essere portati nei campi di morte.
Un film concepito in anticipo sui tempi, che avrebbe potuto godere dei trionfi de La vita è bella di Benigni (amato da alcuni, detestato da altri tra i testimoni interpellati), anziché sparire ancor prima di venire distribuito.
Preziose alcune testimonianze di anziani deportati, sagaci alcune battute cattivissime, ma a volte pure necessarie.
Un limite a tutto cio' probabilmente ci vuole, ma dovrebbe indicarlo la coscienza, non certo una qualsiasi forma di censura imposta.
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