Regia di Luciano Sacripanti (Luciano Lelli), Stanley Prager (Giorgio Gentili) vedi scheda film
Un paesino del far west è in mano al cattivo Bullock e al suo fidato killer: nessuno vuole più fare lo sceriffo. Finchè si candida uno straniero, che non è esperto di pistole ma di bizzarre invenzioni: l'uomo ha infatti creato uno sceriffo robot a sua immagine e somiglianza, e scatenerà il congegno - con esiti tragicomici - contro gli spietati nemici.
Nonostante dal titolo ci si possa aspettare uno spaghetti western per bambini, Bang bang kid - nella sua semplicità e nella dichiarata, fiera mancanza di idee e mezzi - sorprende in positivo. Perchè nel marasma di un filone ormai abusato, farcito di titoli (e trame) pressochè identici, questa pellicola riesce a fornire qualche nuovo spunto in chiave di commedia e raggiunge senza fatica l'obiettivo di generare qualche risata senza particolare impegno. Ben fatto, dunque, sempre tenendo ben presente che ci troviamo di fronte a un'operina girata frettolosamente ed evidentemente in debito di budget; quello per gli interpreti è stato però speso in maniera efficace per il contesto, riuscendo a mettere in scena insieme, nei ruoli principali, Guy Madison, Sandra Milo, Riccardo Garrone e Tom Bosley (un assortimento davvero variopinto). In ruoli marginali compaiono caratteristi immancabili del calibro di Ennio Antonelli, Giustino Durano, Mimmo Poli e Luciano Bonanni. Fra trovatine da poco, ma ben disposte lungo la trama, e battute semplici, ma non terra terra, la sceneggiatura di Luciano Lelli (all'anagrafe Luciano Sacripanti) e José Luis Bayonas fa il suo lavoro; la coproduzione batte triplice bandiera: italiana, spagnola e statunitense. L'impagabile Marco Giusti, nel suo Dizionario del western all'italiana, ricostruisce insieme a Garrone alcuni dettagli fondamentali del film: il regista, tanto per cominciare, sarebbe stato un americano (Stanley Prager) e Lelli/Sacripanti sarebbe solo un prestanome per ragioni fiscali inerenti la coproduzione internazionale; Madison inoltre sarebbe stato perennemente ubriaco sul set, cosa che può giustificare una performance non molto significativa: decisamente meglio di lui è qui Bosley. La Milo, nei panni della bellona del saloon, riesce adorabile - al netto di quando apre bocca. 3,5/10.
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