Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
La prima parte del film è spumeggiante e a tratti irresistibile con Verdone (in forma e a pieno nel personaggio) a imperversare e a colpire in ogni scena, poi inizia l'empatia con la Hovey (bellissima ma gelida) e il film inizia ad affievolirsi, fino a un finale discreto ma nulla più.
L'istintiva e naturale carica di simpatia che avvolgeva il primo Verdone è la vera ragion d'essere di "Acqua e sapone", commedia romantica tenera ma un po' ingenua nel proprio sviluppo, che però a quasi 40 anni di distanza resta piuttosto piacevole da vedere.
Il merito è tutto di un Verdone in ottima forma, assolutamente immedesimato nel proprio personaggio e in grado di garantire anche nei momenti di calo del film quelle espressioni facciali che permettono allo spettatore di continuare a seguire le vicende con il sorriso, anche se non esattamente con l'interesse massimo (proprio per l'ingenuità della vicenda).
La prima parte del film è spumeggiante e a tratti irresistibile con il romano a imperversare e a colpire in ogni scena, anche grazie ai duetti con l'immensa Sora Lella, assolutamente irresistibile in ogni suo intervento nella pellicola (questa interpretazione la portò a vincere il David di Donatello come miglior attrice non protagonista). Per 40 minuti si vola alto, con momenti comici di ottimo livello, come quando Verdone deve trovare qualcosa da mettersi per cammuffarsi da prete prima del volo per Milano e si trova a dover rubare un abito a un cadavere, sfilandogli i pantaloni mentre la vedova lo piangeva, un momento strepitoso come quello in cui alla ragazzina che gli chiede cosa sia l'ATAC risponde dicendo che era l' "Associazione Teologica Amici di Cristo".
Poi però arrivano le esigenze di un soggetto non eccezionale e il personaggio di Verdone deve empatizzare e interagire con quello di Natasha Hovey, la quale appesantisce un po' il film anche per la propria presenza visto che pur essendo di una bellezza incredibile ("da ragazzina" davvero) appare completamente gelida nella recitazione e poco portata ad avere quella verve che un film del genere necessiterebbe. Il film inizia ad affievolirsi, ci inserisce una moraletta sull'invasività dei genitori delle giovani star che però non appare molto convinta, e se le cose non precipitano i meriti sono tutti di Verdone, comunque in grado di far sorridere per tutto il film, fino a un finale così così.
Antitesi del Verdone simpaticissimo è Fabrizio Bracconeri, che appare irritante e insopportabile: perlomeno essere irritante e insopportabile come attore era un conto perché non faceva danni, come invece fa adesso spacciandosi per politicante con dei deliri allucinanti. Per Christian De Sica e Michele Mirabella invece piccole apparizioni senza lasciare traccia, un po' come quella di Jimmy Il Fenomeno.
Voto: 7
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