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Acqua e sapone

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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La recensione su Acqua e sapone

di Baliverna
6 stelle

Verdone ci offre un prodotto imperfetto, ma pure non disprezzabile.

Io sono un appassionato di “Un sacco bello”, che secondo me rimane il, o tra i migliori film di Verdone, dove il regista-attore raggiunse un perfetto equilibrio tra comicità, malinconia, caratterizzazione dei personaggi, una dose di verità sempre presente. e la giusta misura in tutto.
In questo “Acqua e sapone”, secondo me, si osserva, da una parte lo sforzo di costruire un film a tutto tondo: non macchiettistico, con una trama, con cambi di scenario, vari personaggi, cambi di registro, discreti mezzi. La cosa, però, gli riesce non del tutto. Le scene comiche fanno ridere alternatamente – qualche volta sono incerte su che registro assumere – e lo stesso Verdone non trova sempre la cifra giusta per rappresentare il suo personaggio.
Devo però rilevare che c'è un po' di sostanza nel personaggio del vero e del finto sacerdote: il regista non è nuovo ad operazioni del genere (pensiamo al don Alfio di “Un sacco bello”). A me pare che se la prenda con un certo modo di fare il prete, che purtroppo si vede ogni tanto, di coloro cioè, che recitano la parte del prete, con tanto di atteggiamenti e stereotipi, ma non credono in quello che fanno e che sono. Come il monologo dell'attore su Cristo: discorso che si vorrebbe profondo e spirituale, ma è solo una vuota recita che non dice niente. Dall'altra parte, c'è l'arcigno prete inglese, che dà sfoggio di serietà e severità, ma è solo un uomo senza cuore. Queste due caratterizzazioni – quasi stranamente - non puzzano di anticlericalismo, ma di sembrano proprio delle critiche a quei tipi umani.
I momenti più riusciti sono i duetti con Sora Lella – sulla cui simpatia, credo, nessuno dubita – e quelli con il romanaccio Fabrizio Bracconeri, che ritengo dia una buona interpretazione del suo personaggio: un po' cialtrone, un po' cinico, donnaiolo, ma poi improvvisamente e credibilmente umano. Quando Verdone duetta con loro due le risate non mancano; ma quando questi tenta la strada del romantico, le scene diventano istantaneamente melense e stiracchiate (soprattutto alla fine). E poi, scusate, ma come gli è venuto in mente di girare un finale che si vorrebbe liberatorio e allegro, quando invece è una sequenza senza senso (il protagonista che si mette a ballare in aperta campagna con due sconosciuti)?
Con questo non voglio affatto demolire il film. Esso rimane un discreto intrattenimento, regala qualche risata, e non annoia. E Natasa Hovey non è solo bella, ma anche una discreta attrice – a momenti migliore dello stesso protagonista. Stranamente, non mi pare abbia avuto una carriera.

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