Regia di Orson Welles vedi scheda film
Orson Welles firma un noir impeccabile e uno dei suoi film migliori,che colpisce più per la regia che per la storia.
Inizierò questa mia prima recensione parlando del regista del film che sto per commentare:Orson Welles(l'autore cinematografico che per stile narrativo più assocerei a Shakespeare,dai cui drammi è infatti riuscito a trarre tre eccellenti trasposizioni per il grande schermo, arrivando addirittura a perfezionare e a rendere maggiormente efficaci alcune caratterizzazioni e alcuni particolari sfuggiti al drammaturgo inglese!) .Quest'ultimo viene odiernamente ricordato principalmente (e solamente) per quel suo primo film( Quarto potere) che, anche al giorno d'oggi, continua a riscuotere un grande successo, quell' opera prima trasformatasi fin dalla prima uscita nelle sale in un fenomeno di culto: innovativa, la prima ad avere inserito nel linguaggio cinematografico alcune stili narrativi(come il flashback) e registici (l'utilizzo della ripresa dall'alto verso il basso) diventati poi fondamentali negli anni a venire! Vedere Quarto potere è un esperienza unica e irripetibile, è come leggere un imponente romanzo, un romanzo di Dickens ( che ricorda in più sequenze)per l'esattezza. Come non ricordare la parola Rosabelle( che Welles e gli altri autori hanno sempre considerato come una macchia nel film)? Come non ricordare quella slitta bruciare lentamente, simbolo di un infanzia traviata, senza giochi e senza divertimenti, senza ricordi perchè non vissuta? Come non ricordare Xanadu, la sequenza iniziale, i rimandi a John Ford e al suo Ombre rosse? Ecco, Welles è rimasto intrappolato nell'immagine che gli aveva procurato Quarto potere ( definito da molti critici il più grande film americano), ed è per questo che i progetti da lui realizzati successivamente non ebbero lo stesso successo e la stessa fama: proprio perché, messi a confronto con Quarto potere, ne uscivano (anche se di poco) sconfitti, non riuscendo a raggiungere lo stesso livello di perfezione e a soddisfare le smisurate aspettative di critica e pubblico. Oggi pochi conoscono capolavori come Falstaff, Macbeth, Rapporto confidenziale, Storia immortale o F come falso. É questo proprio per colpa di Quarto potere, tramutatosi inaspettatamente in un ombra ingombrante per il suo stesso creatore, un ombra ingombrante da cui Welles non è mai più riuscito a separarsi. Il mancato successo di alcune sue opere molto ambiziose e personali ha portato Welles a recitare in pellicole mediocri o poco più (impreziosite solamente dalla sua imponente personalità e dalle sue sottovalutate capacità recitative) allo scopo di poter finanziare progetti mano a mano sempre più smisurati , progetti che, per eccesso di idee o per mancanza di fondi, spesso non riusciva nemmeno a concludere, e che sono rimasti permeati da un aurea leggendaria ( diventando paradossalmente famosi quanto quelli ultimati,se non di più!). Così, genio incompreso dai suoi spettatori e dalla critica,Welles non è stato mai apprezzato come avrebbe dovuto:non sono stati valorizzati la sua genialità, la sua ironia, la sua poesia( citando Truffaut:ogni volta che Welles pronuncia la parola "Azione!" trasforma in poesia la vile realtà), la disperazione che traspare in ogni sua opera e in ogni personaggio da lui interpretato , personaggi in apparenza vili e meschini ma in realtà sofferenti e carichi di rimpianto,dotati di una grandezza interiore che solo i grandi poeti sanno esprimere così bene. Ed è per questo che Orson Welles è un regista immenso , uno di quelli che non mi stancherò mai di elogiare. Detto questo, L'infernale Quinlan è, forse, il suo film più conosciuto dopo Quarto potere ( forse anche per il mille volte citato piano sequenza iniziale, il più lungo della storia del cinema): non si tratta di una delle sue opere più personali , nè tantomeno di uno dei progetti per la cui realizzazione ha smaniato di più! Il film è più un opera che Welles ha realizzato sotto commissione, con a disposizione un soggetto ( un pò traballante) tipico da noir anni 40-50 e una sceneggiatura mediocre: un progetto dalle basi non molto solide che aveva tanto l'aria di un un'oggetto pronto a cadere nel dimenticatoio poco dopo la sua realizzazione. Ma se Welles ha accettato l'incarico è proprio perché non aveva la benché minima intenzione di fare accadere questo.La sceneggiatura è mediocre? Embè? Si può sempre rimediare... É lui lo fa in maniera spettacolare: modella dettagli e situazioni a suo piacimento, regala ai personaggi il suo tocco magico, il suo sguardo umano e shakespeariano , approfondisce tematiche coraggiose e aggiunge il tema dell'abominio di potere ( che avvolge anche le persone che hanno sempre svolto il loro lavoro onestamente nel suo circolo vizioso,sotto le sue lunghe e rassicuranti braccia). I personaggi ,prima semplici marionette in balia dello scorrere della storia( e lo dico assolutamente non per criticare lo scrittore Robert Wade , che ha firmato il romanzo da cui è tratto " L'infernale Quinlan" con lo pseudonimo Whit masterson, e che durante la sua carriera è stato anche l'autore di discrete storie noir, come la Forza del diavolo o Giochiamo a morire, oggi pressoché sconosciute) ora hanno un forte spessore tragico e grottesco, perché questo era Welles! È proprio da questo film che più si capiscono le sue capacità: è facile sfornare un buon film con una sceneggiatura e un soggetto impeccabili,mentre è assai raro realizzare un capolavoro con una sceneggiatura e un soggetto pieni di difetti e di buchi narrativi....una volta preoccupatosi della sceneggiatura il nostro regista assolda un ottimo cast di interpreti e caratteristi ( tra cui Akim tamiroff, che rende volutamente ridicolo il suo personaggio, con azioni, sguardi,occhiate e smorfie che risultano buffi anche nei momenti pieni di suspence e carichi di tensione; o una Marlene Dietrich mai così enigmatica e misteriosa, a cui é dato l'onore della battuta finale,e la cui caratterizzazione,che può sembrare in un primo momento superflua e non necessaria alla storia raccontata, risulta una delle più riuscite e memorabili non solo del film in questione, ma di tutta la vasta galleria di personaggi messi in scena da Welles nel corso della sua carriera!) in cui anche le scelte forzate dalla produzione (come Charlon Heston) ,grazie alla direzione attenta e fluida di Welles, risultano efficaci . Ma la vera ciliegina sulla torta ,l'elemento che rende il tutto così perfetto,è l'idea di Welles di metter se stesso nel ruolo di Quinlan : corrotto, amante del bere, tronfio, cinico ma "nonostante tutto un grande uomo". Nella sua interpretazione il regista-attore quasi si umilia nell'ingrassare appositamente con l'utilizzo di imbottiture , nell'imbruttirsi e nell' invecchiarsi ( dopo la trasformazione, dimostra il doppio dei suoi anni: durante le riprese ne aveva soli 42!). in maniera quasi sadica ( arrivando ad usufruire per raggiungere il suo scopo anche di un naso finto), rinunciando così definitivamente all'immagine del giovane protagonista eroe che si era fino ad allora attribuito ( e che qui ha il volto di Heston). Questa potrebbe essere una delle sue tante originali beffe ( prima di tutto ai danni di sè stesso), oppure , se si preferisce,una maniera eccentrica e strabordante per presentare ( e giustificare) al pubblico una scelta artistica ( già parzialmente messa in atto nel precedente " Rapporto confidenziale")che proseguirà anche nel suo operato successivo, un modo per mostrare allo spettatore quanto fosse cambiato in pochi anni e la massiccia trasformazione del suo aspetto, traformazione che lo portò, da Quinlan in poi , a ricucirsi solo personaggi simili all'agente di polizia protagonista del film da me tanto descritto(e acclamato) nelle righe precedenti (sono un esempio di questa decisione Falstaff o l'avvocato del film Il processo) . È proprio la sua interpretazione la perla del film,l'apice di questa opera, la sostanza stessa di questo noir semplicemente indimenticabile.
Una volta aggiunti tutti questi elementi ( impreziositi da una regia da manuale, con sequenze tra le più famose nella storia del cinema) anche se la storia ha qualche pecca poco importa: sono i suoi personaggi ( tra cui il braccio destro di Quinlan , servile e idolatrante la figura del compagno di tante avventure, o il giovane e maldestro gestore del losco motel , che ricorda per certi versi quello messo in scena da Hitchcock qualche anno più tardi nel celeberrimo Psycho) e la direzione a farla vivere.
Dopo tutto l'impegno e la fatica spesi da welles , il montaggio finisce nelle mani sbagliate , portando al taglio non richiesto di diverse sequenze e dialoghi, rovinando, distruggendo quello che Welles aveva creato( proprio come era successo con l'orgoglio degli Amberson) , aumentando così la sua disperazione interiore. Ma lui non si dà per vinto e la recente uscita del dvd di questo film lo dimostra: dagli appunti presi nasce la restaurazione dell'Infernale Quinlan,che rispetta la volontà e l'intenzione originale del suo autore. Credo che tutti i noir venuti dopo debbano qualcosa a questa pellicola (anche solo nelle fondamenta) ,perfino quelli in cui é meno visibile. Da ricordare alcuni riusciti omaggi al film in questione da parte di altri registi nei film I protagonisti ( di robert altman ) e in Ed Wood(di Tim Burton), due gioielli nel panorama della cinematografia americana anni'90. Tutti i cineasti del mondo devono qualcosa a Orson Welles... Detto questo credo di aver finito. Voto:10.
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