La recensione su L'infernale Quinlan

L'investigatore messicano Vargas è in viaggio con la moglie Susie, statunitense. Insieme assistono casualmente alla morte di un imprenditore americano; la vettura a bordo della quale viaggia insieme alla giovane amante esplode uccidendo gli occupanti, a pochi metri dal confine di stato con il Messico. E' incaricato delle indagini il burbero ed enigmatico capitano Quinlan, ma nella vicenda è coinvolto anche Vargas. Mentre Susie finisce sotto la minaccia di accoliti di Joe Grandi, fratello di un narcotrafficante spedito in carcere dall'investigatore messicano, Vargas scopre che Quinlan, secondo un modus operandi consolidato, ha prodotto una falsa prova per incastrare l'uomo che ritiene autore del duplice delitto. Di conseguenza, Vargas ne "scopre il gioco" e Quinlan perde la testa, giungendo a cercare un'alleanza con Joe Grandi, pur di liberarsi dell'inviso collega messicano. Ispirato al romanzo "Badge Of Evil" di Whit Masterson, "L'Infernale Quinlan" è un noir denso e teso, diretto ed interpretato da Orson Welles. Il suo personaggio, Hank Quinlan, è al centro della narrazione. Appesantito, costretto all'uso di un bastone per poter camminare, vestito con trasandatezza, il poliziotto americano ha un modo tutto suo di condurre le indagini; pur avendo un ottimo intuito, "velocizza" le procedure fabbricando prove su misura per ottenere le incriminazioni dei sospettati. Come è arrivato a ciò ? Da quanto apprendiamo, la sua vita, lavorativa e privata, non è stata facile. Sotto quest'ultimo aspetto, ha perso da anni la compagnia della donna amata. Trova conforto tra le braccia di Tanya, un personaggio anch'esso equivoco e torbido. Sotto l'aspetto "professionale", la sua è una storia di successi, ma anche di insoddisfazioni, mancati o inidonei riconoscimenti delle proprie capacità, di stipendi bassi e costrizioni al compromesso. Nel momento degli eventi raccontati dal film, Quinlan ha raggiunto un precario equilibrio. Ha smesso di bere, appare moderatamente soddisfatto della considerazione che si ha di lui, in virtù della quale ... lo si lascia libero di condurre le indagini. Questo status quo è spazzato via dall'azione di Vargas; Quinlan non ama i messicani; ciò gli rende ancor più "indigesto" l'intralcio rappresentato dal pur valente investigatore dello stato confinante. La sua scomposta e furiosa reazione lo porta alla rovina; torna a bere, perde la fiducia del collega Menzies, finisce per essere messo alle strette da Vargas. Non esce vincitore dallo scontro con i due uomini, dando prova definitiva di possedere doti morali di molto inferiori a quelle professionali. La tensione è da subito molto elevata. La morte dei due personaggi ad inizio racconto innesca indagini che prendono un avvio confuso. Emerge il contrasto tra l'idealista Vargas, loquace, dal carattere aperto, ed il taciturno, imbolsito, Quinlan, la cui presenza "aleggia" anche nei momenti in cui non è presente su schermo. Mentre Vargas cerca di fare chiarezza, sua moglie Susie è fatta oggetto delle sgradevoli attenzioni dei membri della famiglia Grandi. Man manco che la narrazione procede, è fatta chiarezza sui ruoli dei personaggi. Hank Quinlan è magistralmente interpretato da Orson Welles; Charlton Heston è Vargas. Janet Leigh, nota per la sua successiva partecipazione al cast di "Psyco" di Alfred Hitchcock, è Susie. Ruolo di secondo piano - Tanya - per Marlene Dietrich. Il racconto è ambientato in un territorio di frontiera; messicani e statunitensi partecipano agli eventi in pari misura, muovendosi da una parte all'altra del confine in un contesto di incerte giurisdizioni. Questa "zona franca" offre sponda a vari tipi di malaffare, primo tra tutti il traffico di droga imbastito dalla famiglia Grandi. Celebre il piano-sequenza iniziale - diviso tra Vargas, Susie e gli occupanti della destinata ad esplodere - dalla durata di circa tre minuti. Un solido noir, ambientato in un ambiente malsano nel pare assai a suo agio il non meno oscuro protagonista, il detective Quinlan.