Lorenzo, che in passato è stato un famoso avvocato, vive in un bel palazzo antico al centro di Napoli. Dopo qualche infortunio professionale, Lorenzo è caduto in disgrazia e anche la sua vita familiare ne ha risentito, facendogli negare apparentemente senza ragione l'affetto ai figli Saverio ed Elena. Egoista e brusco, compagno solo del nipotino Francesco che sottrae alla scuola per educarlo alla sua maniera, Lorenzo si ritrova a cambiare grazie all'arrivo nell'appartamento di fronte al suo di Fabio e Michela, una giovane coppia con due bambini piccoli che arriva dal Nord. In breve, Lorenzo mette da parte il suo essere scorbutico e diffidente per diventare come uno di famiglia finché una sera succede qualcosa che sconvolgerà l'esistenza di tutti.
Non è un brutto film, tra l'altro con una grande interpretazione del protagonista, ma, a mio avviso, il regista si è fatto un po' prendere la mano con il sentimentalismo e le disgrazie.
Tentativo forzato di fare del cinema d'autore, senza avere una base solida, senza averne la forza, senza avere incisività, portando così a un risultato sterile, poco concreto. Si assiste a una serie di dialoghi/monologhi astratti o a situazioni che lasciano perplessi, non riuscendo così a creare interesse. Stiracchiato e poco convincente.
ma non scherziamo,anche se non e' tra i migliori di Amelio,rimane un capolavoro se messo a confonto con quelle fetecchie di commedie prodotte negli ultimi anni...voto7.5.
Opera pretenziosa: quando accade qualcosa, è troppo tardi. Nel film, a parte Carpentieri, servito da pessimi dialoghi, nulla da salvare: incerta la topografia, troppo fantasiosa per essere accettata da un napoletano, inadeguata la fotografia, orribili le musiche, inutile l'apporto di Millenotti ai costumi. Gianni Amelio fu un grande regista.
Il solito pappone lagnoso di D'Amelio. Un uomo solo e burbero inseguito affettivamente dalla figlia, trova conforto in una famiglia di giovani vicini di casa. ma la tragedia è dietro l'angolo e lo spettatore si rompe le scatole.
Gianni Amelio, con la sua proverbiale elegante dolcezza - discostandosi dal libro di Lorenzo (come il protagonista) Marone, facendone una propria e personale creatura - ci racconta di rapporti familiari e affettivi difficili, di sentimenti provati, dimenticati, lasciati, rovinati, messi da parte, ripresi.
L'amore è un sentimento difficile che crea angosce insanabili, sensi di colpa dolorosi,se non provato come la circostanza richiederebbe. La tenerezza invece nasce spontanea e crea condizioni per alleviare insicurezze, solitudine e disagio. Amelio riflette con lucida profondità tramite una storia dolorosa in grado tuttavia di non negarci la speranza
Un vecchio avvocato conosce una famigliola apparentemente normale che invece ha in sé i germi di una tragedia che sta per scoppiare. Dramma corposo, incentrato sulle difficoltà insite nei rapporti famigliari, un po' prolisso e forzato in alcune parti, ma sostanzialmente costruito bene. Voto 6,5/10.
Le lunghe scalinate di palazzi grigi e polverosi, i vicoli intasati che il protagonista percorre a fatica assorbono tutto il sole di Napoli per restituirci la luce nei volti consumati e diafani dei personaggi. La tenerezza è un film che non commuove, che i sentimenti li trattiene, ma se li nasconde è solo per preservarli da una morte annunciata..
La tenerezza è fondamentalmente un viaggio in se stessi guidato, come spesso capita nei film di Gianni Amelio, da un’ossessione conradiana attraverso stazioni allegoriche, dolorose ma evolutive. E in questo percorso si dipana l’ennesima, lucidissima, analisi entomologica di ciò che la famiglia è, e di come si manifesta...
Film splendido, complesso, non immediato. Richiede allo spettatore di entrare nelle vite dei personaggi, nella loro storia e nelle loro incomprensioni. Per ritrovare un sorriso che si fa sempre più difficile ed una stretta di mano appena accennata
"La felicità non è un traguardo da raggiungere, ma una condizione da ritrovare voltandosi indietro: non la trovi guardando in avanti, ma volgendo le spalle".
Questo, in sintesi non esattamente testuali, il condensato focale della nuova intensa fatica cinematografica che vede il ritorno in regia e come sceneggiatore da parte di Gianni Amelio, uno dei pochi cineasti nostrani… leggi tutto
Gianni Amelio è tornato sul set per raccontare una storia napoletana che, con molta libertà, si ispira al romanzo La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone. Lorenzo, un vecchio signore già famoso (o, meglio, famigerato, come egli stesso si definisce) avvocato civilista, ha passato la vita nelle aule del tribunale di Napoli, per difendere,… leggi tutto
Dispiace vedere quello che per me è il nostro regista più importante, scivolare, per la prima volta, sulla buccia di banana di un film che sta appena un gradino sopra una delle tante, orribili, fiction televisive che produciamo. Io da Gianni Amelio mi aspetto molto, molto di più, di una storia senile, appiccicosa e pure recitata male. Ho resistito fino a venti minuti dalla… leggi tutto
Lorenzo, anziano e scorbutico avvocato, neo infartuato, torna nella sua enorme casa al centro di Napoli, in un quartiere borghese, dove scopre di avere dei nuovi vicini: i coniugi Michela e Paolo con i loro due figli. Presto si affeziona a loro, instaurando con la famiglia un rapporto genuino che verrà spazzato via da un fatto grave e inaspettato che porterà l’uomo a…
Più che tenerezza, questo film fa un po' pena. Intendiamoci: non perchè sua brutto, ma perchè pena e compassione sono i sentimenti che probabilmente vorrebbe suscitare nello spettatore. Perchè pena e compassione è quello che provano i figli nei confronti dei genitori quando diventano vecchi e cominciano a mostrare, prima ancora che ci si renda effettivamente…
Guarda / come sono diventata... Splendo già da un anno / e non è ancora finita!
Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina.
• "(Per la) Via di Casa" (Garrincha…
Lorenzo, Renato Carpentieri è un maturo avvocato di lungo corso, che come lui stesso ammette, è “famigerato” piuttosto che “famoso”, a causa del pessimo carattere e dell’esercizio poco ortodosso della professione. Vedovo da tempo di una donna che ha amato poco, o forse niente, vive da solo in un palazzo antico nel centro di Napoli, si ostina ad…
Un vecchio avvocato, solitario ed egoista, si affeziona alla giovane coppia di dirimpettai ma non può impedire la tragedia che incombe. Un film non malvagio ma certamente prevedibile, senza nessuna sorpresa: lo svolgimento era già implicito nelle premesse, perché le storie di burberi che si sciolgono sono innumerevoli. Renato Carpentieri ha un bel ruolo, ma si divora tutti…
Gianni Amelio (''Hammamet'', 2020) e' un bravo regista ormai 75enne ma ancora pieno di risorse, capacita' e buone realizzazioni; nel 2017 ha diretto con mano felice ''La Tenerezza'', con Elio Germano (ricordate lo splendido Leopardi da lui interpretato nel 2014 ne ''Il Giovane Favoloso'' diretto da Mario Martone), Renato Carpentieri e Giovanna Mezzogiorno. E' un film sui sentimenti, delicato ma…
Ogni uomo è portato per sua natura a ricevere e a donare affetto.. molto spesso peró entrano in gioco tanti fattori che non gli permettono di pote soddisfare questo bisogno.. nei casi in cui l'esigenza non viene appagata si diventa tristi e burberi.. il film vuole mettere in evidenza questa triste ma inoppugnabile verità e lo fa raccontandoci la storia di un uomo anziano che…
Fin dal primo ruolo in PORTE APERTE, Renato Carpentieri ha rivelato una unicità recitativa, una rara empatia umana. In quel film sciasciano di Gianni Amelio aveva un confronto con il gigante Gian Maria Volontè. Ne usciva alla pari se non con un tocco in più, l’umanità. In seguito girò numerosi film, interpretazioni memorabili come il Gerardo di CARO…
Sebbene Elio Germano e Micaela Ramazzotti siano una delle coppie più improbabili che il cinema italiano ci abbia "regalato" negli ultimi anni, e nonostante qualche eccesso di sentimentalismo, il film è godibile, ben diretto e ben recitato. Merito soprattutto del superlativo Renato Carpentieri che riesce con maestria a districarsi in una parte di un uomo in conflitto più con…
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Commenti (17) vedi tutti
Non è un brutto film, tra l'altro con una grande interpretazione del protagonista, ma, a mio avviso, il regista si è fatto un po' prendere la mano con il sentimentalismo e le disgrazie.
commento di Artemisia1593Il film, che non è immune da difetti, in ogni caso è notevole nel desolante e desolato panorama del nostro alquanto strampalato cinema.
leggi la recensione completa di laulillaOttima prova d’attore sia per Carpentieri che per la Ramazzotti. Nel ruolo del bravissimo Carpentieri avrei visto altrettanto bene Nino Manfredi.
commento di Andre1911Notevole e pieno di poesia, questo lavoro di Gianni Amelio. Superlativa la prova attoriale di Renato Carpentieri. Ottimo tutto il cast.
leggi la recensione completa di Furetto60Tentativo forzato di fare del cinema d'autore, senza avere una base solida, senza averne la forza, senza avere incisività, portando così a un risultato sterile, poco concreto. Si assiste a una serie di dialoghi/monologhi astratti o a situazioni che lasciano perplessi, non riuscendo così a creare interesse. Stiracchiato e poco convincente.
commento di silviodifedema non scherziamo,anche se non e' tra i migliori di Amelio,rimane un capolavoro se messo a confonto con quelle fetecchie di commedie prodotte negli ultimi anni...voto7.5.
commento di ezioSi' ok,il Film ha un Suo senso ma pero' e' troppo lento e triste da sopportare.voto.4.
commento di chribio1Opera pretenziosa: quando accade qualcosa, è troppo tardi. Nel film, a parte Carpentieri, servito da pessimi dialoghi, nulla da salvare: incerta la topografia, troppo fantasiosa per essere accettata da un napoletano, inadeguata la fotografia, orribili le musiche, inutile l'apporto di Millenotti ai costumi. Gianni Amelio fu un grande regista.
commento di maurri 63Il solito pappone lagnoso di D'Amelio. Un uomo solo e burbero inseguito affettivamente dalla figlia, trova conforto in una famiglia di giovani vicini di casa. ma la tragedia è dietro l'angolo e lo spettatore si rompe le scatole.
commento di ENNAHTutto sommato è un'occazione sprecata, ma non è un film da buttare.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiGianni Amelio, con la sua proverbiale elegante dolcezza - discostandosi dal libro di Lorenzo (come il protagonista) Marone, facendone una propria e personale creatura - ci racconta di rapporti familiari e affettivi difficili, di sentimenti provati, dimenticati, lasciati, rovinati, messi da parte, ripresi.
leggi la recensione completa di michemarL'amore è un sentimento difficile che crea angosce insanabili, sensi di colpa dolorosi,se non provato come la circostanza richiederebbe. La tenerezza invece nasce spontanea e crea condizioni per alleviare insicurezze, solitudine e disagio. Amelio riflette con lucida profondità tramite una storia dolorosa in grado tuttavia di non negarci la speranza
leggi la recensione completa di alan smitheeUn vecchio avvocato conosce una famigliola apparentemente normale che invece ha in sé i germi di una tragedia che sta per scoppiare. Dramma corposo, incentrato sulle difficoltà insite nei rapporti famigliari, un po' prolisso e forzato in alcune parti, ma sostanzialmente costruito bene. Voto 6,5/10.
commento di alexio350Le lunghe scalinate di palazzi grigi e polverosi, i vicoli intasati che il protagonista percorre a fatica assorbono tutto il sole di Napoli per restituirci la luce nei volti consumati e diafani dei personaggi. La tenerezza è un film che non commuove, che i sentimenti li trattiene, ma se li nasconde è solo per preservarli da una morte annunciata..
leggi la recensione completa di naughton" La tenerezza è una prova di forza, sembri debole a dismostrarla, in realtà essere tenero è una prova di forza !" Gianni Amelio.
leggi la recensione completa di luabusivoLa tenerezza è fondamentalmente un viaggio in se stessi guidato, come spesso capita nei film di Gianni Amelio, da un’ossessione conradiana attraverso stazioni allegoriche, dolorose ma evolutive. E in questo percorso si dipana l’ennesima, lucidissima, analisi entomologica di ciò che la famiglia è, e di come si manifesta...
leggi la recensione completa di Fabrizio DividiFilm splendido, complesso, non immediato. Richiede allo spettatore di entrare nelle vite dei personaggi, nella loro storia e nelle loro incomprensioni. Per ritrovare un sorriso che si fa sempre più difficile ed una stretta di mano appena accennata
commento di MarcoT