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USS Indianapolis

Regia di Mario Van Peebles vedi scheda film

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La recensione su USS Indianapolis

di Abelard
1 stelle

Non è un "doloroso omaggio" alla tragedia umana consumatasi nelle acque del pacifico: è un insulto. Un altro regista ed altri attori avrebbero fatto sicuramente meglio, perchè fare di peggio è umanamente impossibile.

Lo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki hanno, nel bene e nel male, cambiato le sorti della Seconda Guerra Mondiale, gli equilibrii socio-politico-strategico-militari del mondo e, direttamente o indirettamente, la vita di ogni essere umano della terra.
Sintetizzando di molto, l'attacco atomico sul Giappone, ha avuto un impatto sul mondo pari, solamente, alla scoperta del fuoco e/o all'invenzione della ruota.
Comunque sia, la Seconda Guerra Mondiale e tutte le vicende che la precedettero e ne (con)seguirono sono, nel bene e ne male, la Nostra Storia Moderna.
E di tutte le vicende legate a quel periodo, quella della USS Indianapolis è, probabilmente, una delle più oscure.
L'Incrociatore Pesante di Classe Portland denominato "U.S.S. Indianapolis (CA-35)" fu costruito presso i Cantieri Navali "New York Shipbuilding Corporation" di Camden, nel New Jersey. Fu varato il 7 novembre del '931 ed entrò in servizio l'anno successivo il 15 novembre '932.
Dagli esordi come nave di "rappresentanza" (dal '932 al '942 fu la nave che trasportava regolarmente il Presidente Franklin Delano Roosevelt nei suoi viaggi ufficiali), dal '942 divenne uno dei "pezzi" importanti sulla scacchiera degli scontri nel Pacifico.
Un Comandante capace, Ufficiali all'altezza della situazione ed equipaggio tra i migliori di tutta la Marina Americana fecero il resto. In poco tempo divenne una Leggenda vivente e visibile.
Una "leggenda" a cui venne affidata una missione che definire rischiosa e suicida è un eufemismo. E l'aggravante fu il fatto che era talmente segreta che solo i più alti "papaveri" della Stanza Ovale ne erano a conoscienza.
Nonostante tutto fosse avverso alla benchè minima speranza di riuscita... la missione riuscì: salpata da San Francisco, raggiunse Pearl Harbor e poi continuò per Tinian in sole 75 ore, viaggiando ad una velocità media di circa 29 nodi.
La "Bomba" era stata consegnata.
La tragedia umana iniziò da questo punto.
Ancora senza scorta alcuna (missione super segreta: "nessuno" sapeva dove fosse la Indianapolis) ripartì per Leyte, nelle Filippine, per unirsi alle forze che facevano capo all'ammiraglio McCormick.
Durante il tragitto fu attaccata da un sommergibile giapponese (I-58) ed affondata. Gran parte dei membri dell'equipaggio che sopravvissero direttamente all'affondamento, perirono poi in acqua nei cinque giorni successivi: chi attaccati dagli squali; chi per ferite riportate durante l'affondamento; chi per spossatezza.
Passarono comunque quattro giorni in acqua, prima che un bombardiere a caccia di sottomarini giapponesi avvistasse, per primo, i sopravvissuti. Al quinto giorno arrivarono i primi soccorsi.
Una volta in patria, per via di "malumori" dell'opinione pubblica a causa di quello che fu l'attacco a sorpresa a Pearl Harbor (di cui ancora il Governo "nicchiava" rifiutando di denunciare l'incompetenza di chi minimizzò la possibilità di un tale attacco), venne imbastito un "Processo Farsa" con il quale si sarebbe scaricata la colpa del disastro della USS Indianapolis sulle spalle del suo "incapace" comandante.
Il Film diretto da Mario Van Peebles (New Jack City; Posse; Panther; Love Kills; Baadasssss!; Things Fall Apart; Red Sky) ed interpretato da Nicolas Cage nel ruolo del Comandante Charles Butler McVay III... non convince.
No, mi correggo; non è vero che "non convince", semplicemente crea un torpore mentale che porta in pochi minuti ad uno stato di quasi catalessi scosso, solamente, da qualche improvvisa esplosione (su cui la regia si sofferma, troppo, nonostante la visibile e risibile artifiziosità dell'effetto) o qualche grido "disumano" totalmente fuori luogo e, spesso, fuori contesto.
Per una buona ora e trentacinque minuti, vi è un passaggio di varie scene artificiose e sconclusionate, senza un apparente ordine logico o narrativo in cui si vedono tante cose e se ne capiscono poche.
E' come osservare una liscia tavola su cui si agitano degli inebetiti moscerini che ogni tanto hanno un guizzo, subito spento, ed altre volte profferiscono stupidaggini colossali senza senso, infarcite di urla e gemiti.
L'andazzo non cambia con la "fotografia": incauta, casuale e senza logica, se non in qualche rarissima scena passata, probabilmente, sotto gamba in fase di montaggio.
Per quanto riguarda gli effetti speciali ed i CGI, possiamo invece stendere un pietoso velo senza riserve.
La svolta (si fa per dire...) avviene negli ultimi 15-20 minuti del film, durante le fasi processuali.
Le scene sono necessariamente statiche e non si possono fare "carrellate" a destra ed a manca senza mai soffermarsi su qualcosa. Occorre, necessariamente, inquadrare gli attori con una camera, probabilmente, fissa.
Così il buon Nicolas Cage può esprimersi liberamente in quelle miriadi di smorfiette facciali che dai tempi di "Omicidio in Diretta" sembrano divenute, via via sempre più, l'unico mezzo espressivo del nipotino prediletto di Francis Ford Coppola.
Se proprio lo si desidera è sufficente immaginarsi un qualsiasi altro viso, sotto il parrucchino di Cage, e continuare ad assistere senza troppe sofferenze fino alla fine del film.

Il tutto, purtroppo, risulta in un film sgradevole, pesantemente penalizzato dalla regia approssimativa e confusionaria di Mario Van Peebles (che non si smentisce), dai rictus facciali di Cage, dalla inutilità quasi totale di attori provenienti dal mondo televisivo e dalle inaccuratezze e superficialità di tutto il resto.


Non è un "doloroso omaggio" alla tragedia umana consumatasi nelle acque del pacifico: è un insulto.
Un altro regista ed altri attori avrebbero fatto sicuramente meglio, perchè fare di peggio è umanamente impossibile.

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