Regia di Roberto Savarese, Maria Teresa Ricci vedi scheda film
Elisabetta cresce sola e povera in un orfanotrofio, fantasticando dell'arrivo di un principe azzurro che la porti via da quel mondo di tristezza e miseria. Ormai adulta, conosce Goffredo, che principe lo è per davvero; tra i due scocca la scintilla e neppure la ferma opposizione dei genitori di Goffredo potrà impedire un matrimonio... da favola.
Una pellicola dichiaratamente di evasione, questa La principessa del sogno, che si richiama all'universo narrativo delle favole sin dai titoli di testa, proponendosi inoltre con un titolo che già di per sé fa l'occhiolino alla letteratura fantastica per i più piccoli. Il sogno è quello a occhi aperti di Elisabetta, nata e cresciuta sola e in miseria, ma destinata a divenire principessa, da grande; se la storia risulta già così perfetta per il pubblico italiano immerso nelle problematiche più concrete della seconda guerra mondiale in corso, una seconda lettura in chiave nazionalistica (l'Italia riportata ai fasti dell'antico colonialismo romano) non è poi neppure così difficile a proporsi. Contenuti blandi, si può insomma dire, ma fattura impeccabile e un buon cast a occupare i ruoli centrali del film: l'italo-brasiliana Irasema Diliàn come protagonista, Antonio Centa come principe dei sogni, e quindi Maria Melato, Annibale Betrone, Olga Solbelli e Carlo Lombardi. Curiosità: si tratta del primo lungometraggio sonoro diretto da una donna, Maria Teresa Ricci; già assistente di Carlo Ludovico Bragaglia, qui scrive anche la sceneggiatura insieme a Roberto Savarese (con cui condivide altresì i crediti di regia) e Luciana Peverelli, autrice del racconto da cui il soggetto del lavoro. Una settantina di minuti di durata, scorrevolissimi. 4,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta