Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
L'attesa di una forma di sbrogliamento della maglia narrativa è spasmodica ma resta intenzionalmente vana, insinuando così nello spettatore un alone di angoscia.
Dalla sfavillante pellicola d'esordio di Quentin Tarantino fuoriesce un asperrimo aroma di disinganno, segnale del pessimismo del regista sui rapporti umani, destinati universalmente a naufragare. Le "iene" ingaggiate da Joe (Lawrence Tierney) per la rapina finiscono infatti tutte uccise in un bagno di sangue, tranne una, ossia il Mr. Pink di Steve Buscemi (coinvolto e distinto caratterista), che in ultima battuta se la svigna col bottino. Ma qualche istante dopo anche lui viene beccato dagli sbirri: nel crudo meccanismo della lotta per la vita, non ci sono vincitori. E la solidarietà è illusoria: lo prova l'efferato epilogo del sodalizio tra Tim Roth (Mr. Orange) e Harvey Keitel (Mr. White). L'attesa di una forma di sbrogliamento della maglia narrativa è spasmodica ma resta intenzionalmente vana, insinuando così nello spettatore un alone di angoscia. Le palesi ruberie da City on Fire (da cui è ricavata la circostanza del colpo rovinoso e lo stallo conclusivo alla messicana), da Il colpo della metropolitana (per i nomi coi colori), da Django (per il taglio dell'orecchio, amputato a un poliziotto dal sadico Mr. Blonde, alias Michael Madsen), da The Blues Brothers (l'abbigliamento dei malviventi) e via dicendo sono sindacabili, ma indotte dall'animo cinefilo e post-moderno caratteristico di Tarantino, insieme alla violenza e al cinico black humor che gorgoglia nelle battute.
Di mitica notorietà la scena introduttiva sulle note di Little Green Bag di George Baker.
♥ Film OTTIMO (8) — Bollino ROSSO (vietato ai minori di 18 anni)
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