Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Prologo: Mr. White, Mr. Orange, Mr. Pink, Mr. Blonde, Mr. Brown e Mr. Blue, riuniti agli ordini di un vecchio boss e di suo figlio per organizzare una rapina a una gioielleria, siedono a un tavolo di bar e discutono sulle canzoni di Madonna e sulla mancia da dare alla cameriera. Epilogo: la rapina si è conclusa con un bagno di sangue, i superstiti si ritrovano nel capannone che era stato stabilito come luogo di appuntamento e cercano di capire cosa è successo. Flashback: Mr. Blonde ha appena finito di scontare quattro anni di galera, Mr. Orange è un infiltrato della polizia. Da qualche parte lì in mezzo, come sappiamo bene (e come Tarantino sa che sappiamo), ci sono Giungla d’asfalto e Rapina a mano armata con il loro stravolto trionfo della giustizia: due precedenti tanto scontati che possono essere sostituiti da un’ellissi, non mostrando nulla della rapina in sé e raccontando invece il prima e il dopo. Il punto di riferimento è soprattutto Kubrick, per la decostruzione della storia. In più c’è un bel po’ di violenza verbale e visiva: una violenza spinta fino al parossismo, eppure così palesemente fumettistica da risultare comica (forse ci preoccupiamo, quando vediamo Willy il Coyote precipitare per l’ennesima volta in qualche canyon?). Un dubbio: non ho ancora capito da chi viene ucciso Chris Penn nel triello finale, visto che nessuna pistola è puntata contro di lui.
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