Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
"Ricostruiamo i fatti" dice Mister White / Harvey Keitel dopo poche sequene dall'inizio del film. Racchiusa in quella frase c'è una gran fetta della cifra stilistica dell'allora esordiente Tarantino, regista destinato per meriti e consensi ad entrare a far parte del gotha degli autori mondiali del cinema di sempre. Destrutturando il cliché del colpo andato male, frantumando la narrazione in un mosaico postmoderno di punti di vista, richiami, tesi, ipotesi, doppigiochi, parentesi narrative ecc ecc, il gioco a rimpiattino con lo spettatore complice diventa un nuovo modo di tessere la tela di un girato. Dialoghi brillanti, parossistici, prolissi e al limite del non sense, excursus dilatati e apparentemente fuorvianti, esplosioni di violenza improvvise, gergo da caserma, dosi massicce di ironia e trovate originali (Roth sanguinante dall'inizio al termine della pellicola è da manuale), facce giuste. Si percepisce già il genio del nostro, cresciuto a pane e film. Irritante la censura Rai nella versione proposta recentemente in seconda serata. Ipocrisia italiana vergognosa da estirpare a colpi di rasoio: viva Mister Blonde!
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