Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Nel 1992 il folgorante esordio di Quentin Tarantino con LE IENE è stato paragonato a FINO ALL’ULTIMO RESPIRO di J.L.Godard del 1960, altra opera prima che rivoluzionò i canoni estetici e linguistici del cinema e che inaugurò la Nouvelle Vague. Allo stesso modo LE IENE ha riscritto la sintassi del noir e del cinema gangsteristico, Tarantino cinefilo amante del regista francese (ha intitolato la sua piccola casa di produzione BAND APART), del trash italiano (oggi troppo ostentato), di J.P.Melville , del nostro sottostimato F.Di Leo e di alcuni modelli americani, ha portato sul grande schermo una classica storia di criminali. Una rapina a una gioielleria di Los Angeles finisce in malora, Mr. Blue e Mr. Brown muoiono, Mr. Orange rimane ferito, gli altri superstiti (Mr. White, Mr. Blonde e Mr. Pink) si ritrovano in un deposito per la resa dei conti. Tarantino shakera la vicenda e i personaggi mostrandoci il prima e il dopo della rapina, spezzando le sequenze temporali dell’azione, girando con la macchina a mano, gonfiando i dialoghi di verbosità stimolanti e turpiloquio imprescindibile, il montaggio secco e nervoso, le immagini di nero e sangue à gogo senza morbosità e compiacimenti. Recitazione caricata e sopra le righe (ma nel cinema di Tarantino non è un difetto semmai una qualità) come le situazioni, impagabili e stratosferici Harvey Keitel, Steve Buscemi e Michael Madsen, più moderati ma ugualmente efficaci Chris Penn, Tim Roth, lo scrittore Ed Bunker (altra fonte ispirativa) e Tarantino stesso. Un cult che ha aperto la strada a un regista amato e detestato, un autore che con una manciata di titoli (PULP FICTION, JACKIE BROWN e KILL BILL) è già entrato nel mito.
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