Regia di Chantal Akerman vedi scheda film
Il Dizionario Mereghetti assegna spesso, nelle ultime edizioni, il massimo punteggio anche a cortometraggi, che mette sullo stesso livello dei lungometraggi per quanto riguarda la valutazione e la possibilità di essere considerati opere artistiche a tutti gli effetti. É perlomeno curioso, però, che nel caso della regista belga Chantal Akerman assegni il massimo a questo cortometraggio d'esordio "Saute ma ville", il cui titolo può essere tradotto alla lettera "La mia città esplode", che non al suo capolavoro ampiamente riconosciuto a livello internazionale "Jeanne Dielman". In "Saute ma ville" una ragazza, interpretata dalla stessa Akerman all'età di 18 anni, rientra a casa con un modo di fare apparentemente sbarazzino, si chiude in cucina ed inizia una serie di azioni che non porta mai a termine, atti mancati come mangiare un piatto di pasta, riordinare gli oggetti sul pavimento, improvvisare un ballo solitario, guardarsi allo specchio, accendere i fornelli e dare fuoco ad un mazzo di fiori, che precede di poco il suo suicidio (e pensare che il suo primo cortometraggio termini con un suicidio di un personaggio interpretato da lei stessa oggi fa male, perché purtroppo pochi anni fa la Akerman lo ha commesso realmente). Apparentemente incomprensibile, il breve film anticipa già le tematiche sull'alienazione femminile di Jeanne Dielman, il ruolo subordinato della donna a cui non é consentito di esprimere la propria interiorità e che in questo caso porta ad una tragedia inevitabile, anche se anticipata da una serie di azioni che sembrerebbero giocose, con rimandi al burlesque di un Chaplin o un Buster Keaton. La Akerman, che non a caso amava moltissimo "Pierrot le fou" di Godard, lancia un grido di rivolta anarchico e destabilizzante ma si rivela già padrona della propria mise en scene e il film, per quanto opera realizzata in condizioni amatoriali, non viene sopraffatto dal peso delle proprie ambizioni. Sarebbe giusto da parte della cinefilia nostrana riscoprire la figura di questa tormentata autrice di cui in Italia si é visto pochissimo, ma che era molto in anticipo sui tempi non soltanto a livello formale.
Voto 8/10
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