Regia di Ruggero Deodato vedi scheda film
Un tiranno mira alla conquista di una pietra preziosa; due gemelli energumeni, in stato di schiavitù, si liberano per sconfiggere i cattivi.
I barbari, Barbarian brothers, Barbarians & co.: a seconda della versione e della distribuzione, questa pellicola è 'nota' (si fa per dire) con svariati titoli; in effetti comunque va rilevato che all'epoca c'era un discreto margine di mercato per questo tipo di lavorucci - apertamente, smaccatamente, dichiaratamente copie delle megaproduzioni americane. Qui si sta scimmiottando Conan il barbaro (John Milius, 1982) e l'unico "effetto speciale" sullo schermo sta nella partecipazione come protagonisti dei due gemelli culturisti Peter e David Paul; per il resto i mezzi sono quelli che sono, cioè miseri, e ci si arrangia di conseguenza. In effetti neppure Deodato pare il regista migliore per questo tipo di progetto: amante dell'horror e del sanguinolento, l'autore di Cannibal holocaust (1980) si è ritrovato in questa occasione dietro la macchina da presa, presumibilmente, per necessità di lavorare; in ogni caso porta a termine in maniera sufficientemente convinta il pasticcio di azione, muscoloni, combattimenti, qualche tetta qua e là (i costumi in effetti sono decisamente striminziti - e questa non è un'esigenza strettamente correlata al budget limitato) con lieto fine fiabesco d'ordinanza. Nel cast anche qualche altro nome di terza/quarta categoria d'oltreoceano (Richard Lynch, Eva La Rue) e, in parti marginali, caratteristi italiani come George Eastman/Luigi Montefiori e Ken Wood/Giovanni Cianfriglia. Di lì a poco Deodato approderà direttamente alla tv, a dimostrazione che l'epoca del cinema di genere era ormai agli sgoccioli. 2,5/10.
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