Regia di Elio Scardamaglia vedi scheda film
Una donna, dopo un incidente, ripara in una villa isolata. Qui un medico tiene in cura alcune ragazze malate di mente. Entrambi nascondono un importante segreto: la prima è in realtà in fuga dalla polizia; il secondo sta attuando un piano diabolico.
Vagamente horror e vagamente gotico, La lama nel corpo se la gioca male fin dal titolo, decisamente poco avvincente o convincente; produzione di serie B dedicata al pubblico degli aficionados del genere, la pellicola non impressiona particolarmente, vivendo di stereotipi facili, dialoghi retorici e personaggi non definiti al meglio. La tensione è poca, la trama si sviluppa nel segno del già visto. La sceneggiatura - tratta da un racconto di Robert Williams - è opera di Julian Berry (pseudonimo dietro al quale usualmente si cela Ernesto Gastaldi) e Martin Hardy (cioè Luciano Martino), ma la vera curiosità relativa a questo lavoro risiede nella reale firma da attribuire alla regia: Elio Scardamaglia, è noto, era in realtà un produttore - anche in questa circostanza riveste tale ruolo - e secondo voci ricorrenti dietro alla macchina da presa ci sarebbe a tutti gli effetti colui che nei titoli di testa italiani è annoverato quale aiuto regista, cioè Lionello De Felice. In rete purtroppo si trova solo una versione tedesca del film, nei cui titoli in apertura compare accreditato come regista un certo Michael Hamilton, sulla cui vera identità i dubbi sono legittimi, mentre l'assistente di Hamilton sarebbe Montague Jackson, che sul web risulta essere un alias di Roberto Pariante. La consueta anarchia che vigeva in piccole produzioni di genere. Al di là di queste chiacchiere, comunque, le perplessità su un unicum registico di Scardamaglia sono più che attendibili. Non disprezzabile il cast, che la doppia bandiera italo-francese del film vuole adeguatamente internazionale: William Berger, Françoise Prevost, Philippe Hersent, Mary Young, Barbara Wilson ricoprono le parti principali. 2,5/10.
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