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Live Cargo

Regia di Logan Sandler vedi scheda film

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La recensione su Live Cargo

di supadany
3 stelle

Tff 34 – Festa Mobile.

Una volta c’erano solo la terra e l’oceano, oggi ci sono anche i live cargo (trasporto di esseri viventi), la cocaina e l’erba.

Non c’è niente di peggio di un film che la tira per le lunghe, di un film che in più è pure molto breve.

Live cargo non è un film usuale, sceglie scientemente una sua direzione, si (sovrac)carica di cifra stilistica per poi, purtroppo, risolversi in una specie di bluff. Vedere unite intenzioni così basse e alte sotto lo stesso tetto non capita tanto spesso.

Dopo una tragedia familiare, Nadine (Dree Hemingway) e Lewis (Keith Stanfield) provano a rigenerarsi trasferendosi su un’isola delle Bahamas, dove un vecchio patriarca, loro amico, non accetta i traffici illeciti di un criminale che, come principale fonte di reddito, si occupa di live cargo, ossia del traffico di essere umani.

Tra tante difficoltà, Nadine e Lewis dovranno trovare la scintilla per riaccendere la loro vita di coppia, mentre la sfida tra giustizia e criminalità posiziona due figure forti in un vicolo cieco.

 

Dree Hemingway, Keith Stanfield

Live Cargo (2016): Dree Hemingway, Keith Stanfield

 

Ripartire per non morire, o semplicemente non lasciarsi trascinare in un oblio senza fine. Certo, se la meta prescelta si trasforma in una sorta di paradiso infranto, il percorso potrebbe rivelarsi ancora più tortuoso.

Le sue carte migliori, Live Cargo se le gioca praticamente subito; tanto per cominciare, per la tipologia di film, per genere e ambientazione, l’utilizzo del bianco e nero è insolito e spiazzante, positivo ma non determinante. In secondo luogo, i silenzi accompagnano il paesaggio, e un diffuso senso di disagio, lasciando alle parole brevi corridoi temporali, il problema monta nel momento in cui i significati non riescono a sgorgare con intensità, quando la profondità rimane impressa solo sulla descrizione presente sullo script.

Anche sui personaggi e le loro diaspore non si ricavano particolari sensazioni; la crisi tra lui e lei tende ad ampliarsi ma senza climax sentiti, mentre lo scontro tra uno sceriffo in borghese, uomo di buon cuore, e uno spietato criminale, che venderebbe l’anima al diavolo per due spicci in più, è puro cliché.

Peraltro, entrambe queste situazioni aperte approdano a delle conclusioni telefonate, con un surplus negativo, riscontrabile nella sensazione di aver subito un ricatto premeditato, che assume dimensioni oltre il limite della tolleranza.

In questa cornice, poco può fare la bellezza di Dree Hemingway, purtroppo Logan Sandler mescola ambizioni, soprattutto estetiche, a leggerezze imperdonabili, assiepando un  materiale che, per quanto si vede, sarebbe stato più idoneo per dar vita a un medio metraggio.

Come si dice nel film, a volte si perde, altre si vince, nel caso di Live cargo è una sconfitta bruciante. 

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