Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Ci sono film che restano sospesi lì, come ignorati, nonostante siano inclusi nella filmografia di un attore o di un autore che piace. Esattamente dopo il periodo d’oro e un attimo prima dell’appannamento ispiratorio, c’è la pellicola in questione che mi ha positivamente sorpreso, essendo un prodotto migliore di quello che credessi. Carlo Verdone, in forma smagliante e psicologicamente coinvolgente, si fa accompagnare dalla bravura, sottile ma intensa, di Margherita Buy, agli inizi di una carriera che regalerà perle di recitazione. Ottimi i tempi della messa in scena capace di oscillare tra l’attenzione e la curiosità necessarie a provocare l’interesse per tutta la durata. La presenza nostalgica di una fotografia opaca, rende il tutto più familiare e meno freddo, quasi come a voler essere una firma apportata solo sui film più riusciti. Orfana delle profonde riflessioni a cui Verdone ci ha abituati, ci consoliamo con il sentimentalismo, non invadente, che Carlo inserisce in ogni sua opera. Da riscoprire.
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