Regia di Sophia Takal vedi scheda film
L'inizio del film propone due situazioni molto simili all'apparenza, ma che si rivelano speculari. Uno è un provino cinematografico mentre l'altro è una situazione reale. Always shine si basa molto proprio su questi aspetti speculari, in primo luogo dei personaggi. Entrambe le donne sono attrici, ma mentre Beth riesce a vivere del proprio lavoro grazie a short pubblicitari e film horror di bassa lega, la carriera di Anne non riesce a decollare in alcun modo.
l weekend servirebbe in teoria ad un riavvicinamento delle due donne, ma in pratica è un Vaso di Pandora dove fra invidie, silenzi imbarazzanti e ipocrisie, una volta esploso fa emergere tutto il rancore reciproco. Proprio per questa specularietà i riferimenti, in parte a Mulholland Drive di Lynch e soprattutto Persona di Bergman, sono abbastanza evidenti.
Funziona molto bene a livello visivo con una buona fotografia ed un montaggio che evidenziano le tonalità oniriche ed ansiogene del film. Meno convincente a livello narrativo, con un finale che può lasciare interdetti, ma dalla sua ha la capacità di intrigare in questo suo meccanismo e ovviamente, gran parte del merito, è delle due attrici nelle loro ottime intepretazioni.
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