Rico è uno sceneggiatore alle prese con il suo copione più ambizioso; tante sono le aspettative sul film che vorrebbe dirigerlo lui stesso. Ma a metterglisi contro sarà un nemico insospettabile: il suo membro.
Io e lui: un romanzo di Alberto Moravia trasformato in sceneggiatura da Fulvio Gicca Palli, Nino Marino, Enzo Siciliano e Luciano Salce, per la regia di quest'ultimo. Protagonista: Lando Buzzanca, con ruoli affidati anche a Bulle Ogier, Vittorio Caprioli, Mario Pisu, Gabriella Giorgelli e Paolo Bonacelli. Ecco, perchè una pellicola simile sia stata oscurata e dimenticata in tempi brevissimi, tanto che oggi non se ne trova più traccia neppure in rete (ma, attenzione: è riemersa una versione piuttosto rovinata, presumibilmente da vhs, su Youtube), è difficile a dirsi: si vedono quotidianamente film ben peggiori anche in tv e, oltrettutto, il peso artistico di interpreti, regista e dello scrittore del testo originale è rilevante. Io e lui è un'opera modesta, questo va detto, dai contenuti non particolarmente originali (repressione significa perversione: la morale, nelle parole di Rico/Buzzanca, nell'ultima sequenza), ma è anche un onestissimo tentativo di salvare il salvabile nella commedia di costume nostrana, prima che erotismo, demenzialità e spirito pecoreccio la divorino, un piccolo vaccino ai primi sintomi di tale svolta già in atto (si pensi al filone decamerotico, per es.). In questo lavoro Salce torna a girare con Buzzanca dopo Il sindacalista (1972), altro passo non del tutto compreso verso il rinnovamento della commedia, un rinnovamento che si muove in territori ammiccanti, solleticanti, senza per forza scadere nella volgarità e nel becero ad alzo zero; eppure, pur non mostrando nudi gratuiti e non abusando di facili volgarità (si ricordi che uno dei personaggi principali della storia è il pene del protagonista), Io e lui risulta ancora oggi una sorta di oggetto misterioso. 4/10.
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