Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
VOTO 8 PESSIMISTA Le inquadrature misurano la stanza. Dramma interiore rinchiuso in una casa fra tre caratteri e tanta tensione narrativa. Questi sono gli spazi fisici della storia, ma quelli simbolici vanno ben oltre la ristrettezza delle ambientazioni, abbracciando un'idea di solidarietà, basata sulla parte più nobile e sensibile dell'animo umano, quello impresso dalla cultura e dalla conoscenza. Fuori invece c'è il disastro, la guerrra, le atrocità dell'uomo, l'inferno. In questa tragedia e da questa tragedia Melville esce, esordendo alla regia, basandosi su di un testo di Vercors, ritrovando (o almeno cercando di ritrovare) il contatto umano, capace di distruggere l'incomunicabilità (alla base di tanto suo cinema a venire), ma arrendendosi di fronte all'accerchiameto del male. Il pessimisno vince, il finale è a suo modo una resa, un suicidio, ma un grande autore fra mille difficoltà è 'partito' e il contesto umano e la sensibilità che caratterizzerà i suoi film, lo accompagnano fin dall'esordio. A tratti imperfetto, però che idee di cinema!
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