Espandi menu
cerca
Mal di pietre

Regia di Nicole Garcia vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 318
  • Post 219
  • Recensioni 6724
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Mal di pietre

di alan smithee
3 stelle

Melodramma bolso e ingannevole che segna un ritorno fiacco in regia da parte di una valida attrice che ha dato contributi decisamente migliori nella sempre più frequente esperienza nella direzione. Un cast glamour in grado di prenotarsi un posto di diritto al festival più noto, una vicenda noiosa e senza nerbo che favorisce lo sbadiglio.

FESTIVAL DI CANNES 2016 - CONCORSO

Titolo internazionale travisatore e fuorviante per Mal de pierres, che invece allude al problema dei calcoli renali, circostanza che induce la nostra protagonista Gabrielle a recarsi, in pieni anni ’50, presso una località di cura montana per una cura appropriata.

La donna, di una famiglia della borghesia proprietaria terriera, è indotta a sposare un uomo del suo rango, ma sogna da sempre di incontrare il vero amore. Lo troverà proprio in clinica nella persona di un soldato più giovane di lei, ricoverato in seguito ad una ferita in una battaglia nelle colonie dell’Est. Per la donna si tratterà di vivere un episodio intenso di passioni, che la spingeranno fino all’ossessione, ovvero a costruirsi dettagli di una storia di passione la cui esistenza verrà in seguito miseramente sconfessata dalle prove concrete in grado di testimoniare l’illusorietà di molto del sentimento provato.

L’ottima attrice Nicole Garcia, da un quindicennio tuttavia sempre più impegnata nel ruolo di regista, filma con questo suo libero adattamento del romanzo della scrittrice genovese trapiantata in Sardegna Milena Agus, Mal di pietre, appunto, un polpettone ridondante e svenevole che si forgia di un cast tutto da tappeto rosso. Non a caso il film è stato scelto (a scatola chiusa, mi verrebbe da pensare) per il concorso di Cannes 2016, grazie alla presenza di due star glamour come Marion Cotillard (da anni presente all’appuntamento, spesso, come in questo ultimo caso, con più di un film all’appello) e Louis Garrel.

La storia di una passione rinvigorente che tuttavia valica la realtà dei fatti, come ci documentano peraltro alcuni infelici flash-back sparsi lungo il corso della pellicola, tutta spasmi, lacrime, rincorse e scene madri da parte di una pur valida Cotillard, qui in preda ad un copione fuori moda, fuori tempo, e soprattutto fuori misura che ci pone innanzi ad una pellicola vecchia, demodé e anche piuttosto prevedibile nei suoi cliché molto telefonati.

A tutti gli effetti il film, che tenta alla fine di ricongiungersi, quasi come per dar sfogo ad un senso di colpa tacciato per omaggio, con qualche traccia del romanzo originale grazie a panoramiche elegiache in territorio sardo, appare come una delle pellicole più ridondanti e massicce di tutto il concorso “cannese” della rassegna 2016.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati