Regia di Cédric Klapisch vedi scheda film
Bel film, tanta poesia, ottima fotografia, buone le interpretazioni
Un fantasmagorico incipit, ci introduce amabilmente nella caleidoscopica cornice bucolica della Borgogna, nel paradiso dei vini pregiati, dove la magia è nell’aria e si respira l’atmosfera agreste, tra sconfinati vigneti, attraverso lo scorrere delle stagioni, le immagini ripercorrono a velocità accelerata, le molteplici variazioni cromatiche del paesaggio. Jean circa 10 anni prima, ha lasciato la famiglia, proprietaria di un grande vigneto a Meursault in Borgogna e si è trasferito in Australia, dove ha messo su famiglia, ha una compagna con la quale vive un rapporto piuttosto conflittuale e un figlio di 4 anni. A causa della grave malattia del padre, torna nella sua città natale, dove trova la sorella Juliette ancora nubile, che alterna momenti di autorevolezza a debolezze ingenue e il fratello Jeremy, che ha sposato la ricca figlia di un latifondista locale e vive nell’ombra ingombrante del suocero, che pretende di gestire tutto lui e della suocera cortese, ma simpaticamente invadente. La morte del padre poco prima dell'inizio della vendemmia, rimette tutti gli equilibri, già precari, in discussione, complicando la situazione, vengono a galla i risentimenti per l’improvvisa fuga di Jean e soprattutto per la sua assenza al funerale della madre, poi si verrà a sapere, ampiamente giustificata, in quanto la dipartita era coincisa con la nascita del figlio. I fratelli devono chiarirsi e fare i conti con il loro passato e soprattutto con le rinnovate responsabilità e l’impegno economico a cui devono necessariamente andare incontro. Al ritmo del susseguirsi delle stagioni, i tre giovani adulti, si riscoprono e rielaborano i legami familiari, uniti dalla passione per la natura e per il vino e dall’affetto che al di là di qualche reciproca incomprensione, è immutato e compatto, l’inaspettata visita della compagna di Jean, con il figlioletto, dopo le prime incertezze, sarà risolutiva.
Il regista Cedric Klapisch gira un film, che coniuga i migliori sentimenti, allo sfondo di paesaggi incontaminati e ci accompagna attraverso le varie fasi della vinificazione, che coincidono con le fasi della maturazione dei tre giovani.
Ancora una volta il cinema francese, sempre molto delicato e introspettivo, ci propone una bella e intensa storia familiare, non torbida o lacerante, ma invece morbida e dolce, pregna di “pathos”, dove i rapporti anche se difficili e che a volte fanno frizione, sono comunque sanabili e le passioni sostanzialmente sane, e poi c’è la protagonista incontrastata del film, cioè la natura, i suoi spazi, il paesaggio, i filari di viti, così armoniosamente allineati, ripresi più volte in magiche panoramiche. Nelle feste conviviali dei raccoglitori dell’uva, c’è tutta la voglia di vivere in armonia e con gioia di quella gente semplice, che riesce ancora a godere delle meraviglie della natura e della compagnia del prossimo.
Bel film, tanta poesia, ottima fotografia, buone le interpretazioni.
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