Regia di Roger Vadim vedi scheda film
L'astronauta Barbarella più bella di una stella è incaricata di ritrovare lo scenziato Durand Durand misteriosamente scomparso sul pianeta Tau Ceti, scoprirà che il personaggio al centro della sua missione è in realtà un tirannico despota intergalattico che vuole soggiogare le bizzarre creature del mondo in cui è precipitato per poi conquistare la terra, per Barabarella eroina dell'anno 41000 la missione di soccorso si tramuterà in una fantasexy avventura in un mondo psichedelico popolato da esseri fantastici.
L'adattamento del fumetto cult di Jean-Claude Forest è per Roger Vadim l'occasione di mettere in mostra la bellezza sconvolgente della allora sua moglie Jane Fonda: il personaggio di Barbarella le calza come un guanto tanto e come gli abiti aderentissimi e stravaganti di Paco Raban che indossa lungo tutta la pellicola.
Il film aunmentò in maniera esponenziale lo status di sex symbol dell'attrice che oltre a mettere in mostra un viso che colpisce viene in più di una occasione ripresa in nudo integrale ma sempre con qualche filtro ottico o visivo per evitare la censura negli anni in cui al cinema era soltanto consentito di lasciar intravedere: a parte la scena in cui il profilo della silhouette di Jane è filtrata da un budello di plastica opaca è passata alla storia la primissima sequenza sui titoli di testa in cui Barabarella esegue un vero e proprio spogliarello antigravitazionale nell'abitacolo della sua astronave con l'effetto ottenuto facendo stendere Jane Fonda su una lastra di vetro per poi inserire le lettere dei credits sulle parti intime ma per brevi e lunghissimi istanti il pubblico degli anni sessanta poté ammirare la bella Jane Fonda in tutta la sua gloria grazie a questo geniale stratagemma.
L'introduzione nell'abitacolo dell'astronave dove Barbarella riceve l'incarico della sua missione ci trasporta subito nell'atmosfera che il film trasmette dall'inizio alla fine, un mondo completamente ricostruito in studio senza neppure una inquadratura in esterni che lo rende di un kitch devastante ma anche tremendamente divertente con le sue scenografie di cartongesso e plexiglass, fondali dipinti e modellini di legno inserite in riprese guarnite da bolle di sapone ed effetti visivi figli della novella psichedelia, pop art anni sessanta che oggi risulta ovviamente invecchiata ma che è comunque la forma perfetta per trasporre un fumetto in un film che nel bene o nel male per scenografie cromatismi e tecniche di ripresa ha influenzato molti suoi successori nel genere fantasy come ad esempio Flash Gordon di Hodges con i suoi fondali sgargianti e gli uomini uccello di re Vultan eredi del Pygar interpretato dall'angelico John Philip Law, ma non solo perchè un film che secondo me per alcuni aspetti risulta debitore di Barbarella è Labirynth con David Bowie in cui l'inquadratura del labirinto sottostante la città degli gnomi è praticamente identica a quella catturata da Vadim in Barbarella.
L'aspetto più trascurabile in barbarella è sicuramente la trama in se, contano molto di più le situazioni che coinvolgono la nostra eroina che diventa la portavoce di una liberazione sessuale sempre più dilagante in quegli anni e dato che il film è targato 1968 non si può far altro che recepire il messaggio a gambe aperte come Barbarella.
Uno degli aspetti più belli è la descrizione della sessualità del futuro e di come Barbarella ne sia in qualche modo riabilitata: il primo incontro con una figura maschile per Barbarella sul pianeta Tau è con il selvaggio cacciatore di pellicce delle lande ghiacciate Mark Hand interpretato da un impagabile Ugo Tognazzi che la salva da un plotone di bambole carnivore a retrocarica, per gratitudine Barbarella si offre di far l'amore con lui ma sulla terra ormai l'amore si fa ingerendo una pillola e toccandosi solo con il palmo di una mano, Mark Hand la riporta alle vecchie tradizioni e Barbarella ne rimane piacevolmente colpita dichiarando "Ecco perchè dicono sia dispersivo".
Quando Barbarella incontra l'uomo alato Pygar nel labirinto vola con lui sul suo nido e non ha nessuna intezione di far l'amore alla maniera terrestre dopo aver scoperto cosa si era persa per molti anni ma il risvolto più bello è quando viene risucchiata in un tunnel di plexiglass e precipita nei sotterranei dove incontra il capo della resistenza Dildano interpretato da David Hammings ed ovviamente anche fra loro scatta il click del sesso, Barbarella comincia a spogliarsi ma Dildano ha rubato le pillole a Durand Durand e vuole fare l'amore in maniera terrestre e rimane sorpreso da Barbarella che si sta già spogliando, lei si giustifica dicendo "Non si dovrebbe mai andare contro le traidizioni", la scena che ne consegue è l'amore sul palmo della mano con i capelli di Dildano che cminciano a fumare e quelli di Barbarella che si arricciano.
La famosa sequenza dell'amore sul palmo di mano
La trama prevedeva anche una scena con un rapporto amoroso fra Barbarella e la Regina nera interpretata da un altro sex symbol di quegli anni ovvero Anita Pallenberg che non è messa in mostra da Vadim come Jane Fonda ma non le è da meno per sensualità e bellezza, credo fu tagliata perchè per quegli anni era ancora forse un pò eccessiva, ce n'è invece una molto ironica e piccante nella quale Barbarella incontra un gruppo di belle ragazze più o meno vestite che si stanno fumando un vaporizzatore gigante con vari boccagli al cui interno immerso nell'acqua c'è un ragazzo che galleggia fra le bolle, Barbarella chiede che cosa sia ed una delle ragazze risponde "Essenza di uomo" con una doppia implicazione alla crescente cultura della droga e di rimbalzo all'affermarsi del femminismo, come a dire che nel futuro la donna si fumerà gli uomini affermando il potere della propria sessualità.
Anita Pallenberg e Jane Fonda nella sequenza omessa
Il film deve molto alla sua riuscita anche alla colonna sonora di Bob Crewe e Charles Fox che fa molto swingin London e Bart Bacarach, davvero irresistibile e fra le altre cose i Duran Duran, noto gruppo pop attivo dai primi anni ottanta, ha preso il suo nome proprio dal personaggio dello scenziato interpretato da Milo O'Shea ma la loro musica non ha niente a che vedere con le sonorità del film.
Dildano interpretato da Antonio Sabato in una foto d'archivio
Qualche aneddoto particolare da menzionare in chiusura: il ruolo di Dildano interpretato da David Hammings era in origine affidato ad Antonio Sabato ma il suo approccio al personaggio fu considerato troppo serioso e quindi della sua prova rimangono solo alcune foto, proprio Dildano ha una delle battute più strane dell'intero film quando riferisce a Barbarella la parola d'ordine "Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch", è infatti un termine composto da 54 lettere che in realtà è il nome di un paesino del Galles detentore del record europeo di lunghezza.
La stazione di Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch
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