Regia di Alberto De Martino vedi scheda film
Definito da Marco Giusti «cultissimo spaghetti-noir [...] qualcosa di pre-tarantiniano» e via vaneggiando, "Roma come Chicago" è pre-tarantiniano così come lo sono "Dracula" e "La principessa Sissi", nel senso che sono stati realizzati alcuni anni prima. In realtà si tratta di un pasticciaccio che non sta né in cielo né in terra, con protagonista un bravo attore americano (Cassavetes) che, anche soltanto dal modo di muoversi, si capisce subito che mai su questa terra potrebbe fare l'italiano (a parte la chioma scura da emigrante greco). Il film di De Martino è pieno di inseguimenti noiosi e mal fatti, sparatorie che non hanno un centesimo della credibilità di quelle mostrate da Leone e Peckimpah, nonché buchi di sceneggiatura come piovesse (l'evasione dal carcere di Corda è meno credibile di quella del Conte di Montecristo dal carcere dell'abate Faria). Se il film ha una sua pur minima tenuta spettacolare è grazie a un cast (sia artistico che tecnico) più che dignitoso, con nomi che, almeno nel cinema di genere costituivano una garanzia assoluta: lo stesso Cassavetes, Ferzetti, Pistilli, Cucciolla, Guerrini.
Fra le mirabolanti scene inserite in questo pastrocchio, è da segnalare una rapina a una gioielleria: per non dare troppo nell'occhio, gli astuti rapinatori della banda dello psicopatico Enrico scelgono un negozio di Piazza Navona. (29 giugno 2007)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta