Trama
Claire è una levatrice con uno straordinario talento naturale per far venire al mondo i bambini. Nel corso degli anni, i suoi modi delicati e il suo senso di responsabilità si sono scontrati spesso con i metodi degli ospedali moderni. Ormai prossima a dire addio alla sua professione, ha cominciato a mettere in discussione le sue abilità quando riceve una strana telefonata. Dall'altro lato del filo vi è Béatrice, la stravagante e frivola ex moglie del defunto padre. Dopo trent'anni, Béatrice vuole rivederla perché ha importanti notizie da rivelarle. Agli antipodi, le due donne impareranno ad accettarsi a vicenda, compensando gli anni perduti con la rivelazione di antichi segreti.
Approfondimento
QUELLO CHE SO DI LEI: UN'INASPETTATA AMICIZIA
Diretto e scritto da Martin Provost, Quello che so di lei racconta la storia dell'inaspettata amicizia tra due donne molto diverse tra loro, una levatrice e l'amante di suo padre. Claire è una levatrice meravigliosamente dotata, con un talento naturale nel far venire al mondo i bambini con il suo tocco delicato. Nel corso degli anni, però, i suoi modi, il suo orgoglio e il suo senso di responsabilità, hanno finito con lo scontrarsi con i metodi degli ospedali moderni, incentrati soprattutto sull'efficienza. Oramai quasi alla fine della sua carriera, Claire sta cominciando a rimettere in discussione le sue capacità quando un giorno riceve una strana telefonata. Dall'altro lato del filo c'è una voce che proviene dritta dal suo passato: si tratta di Béatrice, la frivola e stravagante compagna del padre defunto. La donna asserisce di avere importanti notizie per lei e di volerla rivedere 30 anni dopo essere scomparsa senza lasciare traccia. Agli antipodi in tutto e per tutto, le due donne finiscono con il vedersi. Imparando ad accettarsi e rivelandosi vecchi segreti, inizieranno a recuperare gli anni persi grazie a un inatteso rapporto.
Con la direzione della fotografia di Yves Cape, le scenografie di Thierry François, i costumi di Bethsabée Dreyfus e le musiche di Grégoire Hetzel, Quello che so di lei viene così presentato dal regista in occasione della partecipazione del film al Festival di Berlino 2017: "Io stesso alla nascita sono stato salvato da una levatrice. Mi ha donato il suo sangue e, così facendo, mi ha permesso di sopravvivere. Lo ha fatto con incredibile discrezione e umiltà. Me lo ha rivelato mia madre poco più di due anni fa e, appena l'ho saputo, sono corso a cercare quella donna, non conoscendone neanche il nome. Gli archivi dell'ospedale in cui sono nato ogni vent'anni vengono distrutti e di conseguenza non ho trovato nulla. Mia madre ricorda come fosse una donna non più giovane. Mi sono allora convinto che sia morta. Ho deciso però di renderle omaggio, a modo mio, dedicando questo film a lei e a tutte quelle donne che lavorano nell'ombra e che mettono la loro esistenza al servizio di quella degli altri senza aspettarsi nulla in cambio. Qualche mese dopo aver finito il montaggio del film, ho avuto bisogno di un certificato di nascita per il mio matrimonio. Con sorpresa, ho scoperto che a dichiarare la mia nascita all'anagrafe non è stato mio padre ma la levatrice, Non solo aveva trascorso la notte con me e mi aveva salvato ma era anche andata a dichiarare la mia nascita, quasi a voler certificare che ero vivo e vegeto. Credo sia stato un bel gesto, un gesto che mi ha anche lasciato scoprire il suo nome: Yvonne André.
Tuttavia, Quello che so di lei non è un film autobiografico. Non volevo raccontare la mia storia: la figura della levatrice che mi ha fatto nascere ha fatto da pretesto per approfondire una professione che mi ha sempre affascinato. Ho incontrato diverse levatrici, ho posto loro domande su quanto mi fosse accaduto alla nascita e dalle loro risposte è nata la storia di Claire. Ho voluto in definitiva ritrarre una levatrice in contatto con la realtà del suo tempo ma anche una donna in un momento cruciale della sua vita.
Il film si pone anche una domanda fondamentale: cos'è la libertà? Si tratta di un concetto su cui mi interrogo spesso. La libertà non consiste nell'assenza di confini o regole, come fa pensare Béatrice. La malattia che la colpisce minerà il suo modo di vivere e di pensare. Quella che lei chiama "libertà" è semplicemente una forma di fuga, una fuga che alla fine non riesce a portare a termine perché ha bisogno di Claire. Claire, invece, incarna tutto ciò che Béatrice ha sempre rifiutato, scegliendo di prendersi cura degli esseri vulnerabili: del resto, chi è più vulnerabile di un bambino appena nato o di una persona anziana che sta per morire? Béatrice è una donna oramai ma le sue condizioni la rendono una bambina e il suo crudele destino una prigioniera. L'unico modo che ha per essere libera è quello di lasciare un buon ricordo di sé in qualcuno che ha amato e che l'ha amata.
Quello che so di lei ha al suo centro una storia che è anche di trasmissione e trasformazione. Insieme, le due donne colmano il vuoto delle loro esistenze. Claire riscopre la sua seconda madre mentre Béatrice la figlia che non ha mai avuto. Insieme "riportano in vita" l'uomo che entrambe hanno amato ognuna a proprio modo: per Claire un padre scomparso troppo presto e per Béatrice l'unico vero amore della sua vita. Per lasciarsi il passato alle spalle, le due donne devono accettare il futuro, preparandosi una per una nuova esistenza e una per una fine meno dolorosa possibile".
Il cast
A dirigere Quello che so di lei è il regista e sceneggiatore francese Martin Provost. Nato a Brest nel 1957, Provost sognava sin da ragazzino di divenire regista ma, per ragioni familiari, ha mosso i primi passi come attore, trasferendosi a Parigi all'età di 18 anni. Dopo una quindicina di anni a calcare… Vedi tutto
Trailer
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
Commenti (5) vedi tutti
Noiose paturnie femminili sulla vita e sulla morte.
commento di gruvierazUn buon melo' con attori francesi navigati ...e che sanno recitare.Forse a volte esagera' un po' nelle situazioni che si presentano alle due protagoniste.
commento di ezioFilm a tema Neonati e Ospedale quindi un po' triste in vari punti : poi c'e' anche la Deneuve che di Suo non mi ha mai accennato a qualcosa di positivo e la Frittata e' pronta.voto.5.
commento di chribio1un inno alla vita che scorre con naturalezza, dal primo all'ultimo fotogramma. ecco, forse alla fine si ha la sensazione che il regista abbia voluto un po' strafare, ma il "medio" cinema francese rimane ancor oggi quasi sempre una garanzia.
commento di giovenostaClassico film francese, molto intimista. Ha il pregio di non indulgere troppo sulla tristezza di fondo della trama, compensata dalla speranza legata alle nascite. Scontato il ruolo della Deneuve, buona interpretazione di fine carriera.
commento di Balde runner