Trama
Costretti a lasciare il loro appartamento nel centro di Téhéran a causa di importanti lavori che minacciano la loro proprietà, Emad e Rana si spostano in una nuova casa. Un incidente legato all'ex inquilina cambierà per sempre la vita della giovane coppia.
Approfondimento
IL CLIENTE: TRA PALCO E REALTÀ
Scritto e diretto da Asghar Farhadi, Il Cliente racconta la storia di Emad e Rana, che sono costretti a lasciare il loro appartamento nel centro di Teheran a causa degli importanti lavori che minacciano la costruzione. Si spostano così in una nuova casa, dove un incidente cambierà per sempre le loro esistenze.
Con la direzione della fotografia di Hossein Jafarian, le scenografie di Keyvan Moghadam, i costumi di Sara Samiee e le musiche di Sattar Oraki, Il Cliente viene così presentato dal regista in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Cannes 2016: «Dopo aver girato Il passato in Francia e in francese, ho iniziato a lavorare a una storia che ha luogo in Spagna. Ne ho scritto la sceneggiatura completa e ne ho discusso con i produttori ma per mettere insieme la squadra che chiedevo occorreva aspettare un anno. Ciò mi ha lasciato del tempo per girare, con grande gioia, un film in Iran. Da tempo, avevo una storia che mi girava in testa e, quando si è presentata l'opportunità di tornare a lavorare nel mio Paese, ho deciso di immergermi negli appunti sparsi che avevo preso negli anni. Inoltre, avevo voglia di fare un film che richiamasse il teatro, che ho praticato quand'ero giovane. La storia che avevo in mente aveva il potenziale giusto per un'impostazione teatrale e ho allora cominciato a lavorare a un soggetto con personaggi che interpretano una rappresentazione.
Non è facile per me riassumere Il Cliente o esprimere ciò che mi ispira personalmente. Tutto dipende dalle preoccupazioni e dallo sguardo dello spettatore: qualcuno può vederci un film a sfondo sociale, qualcun altro un'opera morale. Posso dire però che una cosa è certa per tutti: tratta dei complessi rapporti umani, in particolare all'interno di una famiglia o di una coppia. I protagonisti, Emad e Rana, sono una coppia della classe media irachena. Sono stati creati in modo da non sembrare casi isolati o a sé. Sono semplicemente una coppia normale con le sue peculiarità: entrambi appartengono al mondo della cultura e fanno teatro. Messi in una particolare situazione, rivelano però gli aspetti imprevedibili delle loro personalità.
Il titolo fa chiaramente riferimento alla pièce Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller, che Emad e Rana interpretano in scena con i loro amici. Ho letto il testo di Miller quand'ero studente e ne rimasi colpito, probabilmente dal modo in cui tratta le relazioni umane. Si tratta di un testo molto ricco, che offre livelli di lettura multipli. La sua dimensione più importante è data dalla critica sociale a un episodio della storia americana sulla trasformazione repentina di una città che porta alla rovina una certa classe sociale, incapace di adattarsi alla modernizzazione. Chiaramente, è possibile intravedervi una forte risonanza con l'attuale situazione dell'Iran, un paese in rapida evoluzione che schiaccia chi non si adatta. Un'altra importante dimensione è data poi dalla complessità delle relazioni umane in seno alla famiglia e in particolare nella coppia formata dal commesso viaggiatore con Linda. La forte influenza emotiva del testo porta lo spettatore a riflettere su questioni molto sottili. Decidendo di far recitare Emad e Rama in un gruppo teatrale, mi è sembrato interessante introdurre il lavoro di Miller per costruire una sorta di parallelismo con la vita personale dei due. Sul palco, Emad e Rana interpretano il commesso viaggiatore e la moglie... e nella loro vite, senza rendersene conto, si confronteranno con un venditore e la sua famiglia.
La Teheran di oggi ricorda molto la New York descritta da Miller: una città che cambia faccia a un ritmo frenetico, anarchico e irrazionale, distruggendo tutto ciò che è vecchio per fare posto al nuovo. Quando un film racconta la storia di una famiglia, la casa ha necessariamente un ruolo centrale. La casa e la città, più di quanto accadeva nelle mie opere precedenti, occupano un posto molto importante».
Trailer
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
- Miglior film straniero al Premi Oscar 2017
- Prix du scénario a Asghar Farhadi al Festival di Cannes 2016
- Prix d'interprétation masculine a Shahab Hosseini al Festival di Cannes 2016
Commenti (14) vedi tutti
Lento, inutilmente lento, ben recitato ma troppo lungo, decisamente noioso e poco interessante... voto 2
commento di stokaiserUna tragedia greca contemporanea in cui si mescolano i temi di amore, perdono, odio, vendetta e morte
leggi la recensione completa di LaStradaScarlattaStoria d'Attualità un pò (personalmente ...) incasinata ma che comunque vale la pena seguire.voto.6-.
commento di chribio1Il vecchio Iran che si sta sfaldando rapidamente, ma che sembra lasciare dietro di sé sedimenti e vuoti che difficilmente possono essere compensati dalla cultura "occidentale", troppo recentemente acquisita per costituire un saldo riferimento delle giovani generazioni.
leggi la recensione completa di laulillaL'espediente meta-teatrale consente a Farhadi un ulteriore scivolamento sul piano dello straniamento etico. Il menage di una giovane e moderna coppia borghese si dissolve a contatto con il retaggio di una cultura retrograda e patriarcale.
commento di maurizio73Un racconto di vita secondo Asgar Farhadi. Riferimenti espliciti all’Iran, in veloce evoluzione ma anche altrettanto statico, con uno sguardo ampio e uno stile che fa altrettanto. A volte, basta un niente per cambiare tutto, soprattutto se il sistema non fa nulla per evitarlo. Cinema preciso, delineato e cosciente in ogni piega che propone.
leggi la recensione completa di supadanyFilm a due velocità ma nel complesso non mi è dispiaciuto. Interessante.
leggi la recensione completa di tobanisancora una volta il regista studia l'animo umano,ben fatto e cinema di alta qualita',da non perdere.Voto 8.
commento di ezioOpera impegnativa e complessa
leggi la recensione completa di Furetto60Sequenze prolungate in cui il tempo si dilata, riuscendo a trasmettere l’ansia e il tormento allo spettatore
leggi la recensione completa di domipiccioUn giallo psicologico su due piani, quello reale e quello teatrale, rovinato da un doppiaggio indegno.
leggi la recensione completa di SpringwindIl regista iraniano di Una separazione. Dramma di una coppia, in cui lui, un insegnante, apparentemente illuminato, riacquista le sue viscere maschiliste di fronte a un'aggressione subita dalla moglie. Molto lunga la scena finale, ma l'analisi psicologica è buona.
commento di ENNAHHo visto oggi questo meraviglioso affresco ambientato in Iran e devo dire che questo regista di cui avevo visto About Elly è una separazione e'bravissimo nel tratteggiare i caratteri quando sono sottoposti a stress ed azioni straordinarie. Molto ben girato curato nei dettagli e'un gioiello prezioso e gli attori scelti con cura illuminano la scena.
commento di claudio1959Nota a margine: questo è stato il primo film visto in sala nel 2017, l'ultimo del 2016 fu lo stucchevole Paterson, in entrambi la protagonista femminile è doppiata dalla pur bravissima Valentina Favazza, ciò non toglie quel orribile senso di rassegnazione nel non poter ascoltare in Italia film in lingua originale.
commento di tricker