Regia di Asghar Farhadi vedi scheda film
Una tragedia greca contemporanea in cui si mescolano i temi di amore, perdono, odio, vendetta e morte
Una giovane coppia sposata di attori si trasferisce presso una nuova abitazione grazie alla segnalazione di un amico. L'ex inquilina non ha ancora sgombrato dall'appartamento tutte le sue cose e questo particolare all'apparenza di secondaria importanza provocherà un equivoco che si rivelerà fatale. Un giorno la moglie, da sola nel nuovo appartamento e in procinto di fare una doccia, apre il portone e la porta dell'abitazione senza accertarsi di chi sia al citofono. L'uomo che s'introduce in casa non è il marito ma difatto è un cliente della precedente inquilina in cerca d'intimità. Le urla e la reazione della donna mettono in fuga il malcapitato, facendogli dimenticare sulla poltrona il mazzo di chiavi del furgone che servirà in seguito a rintracciare la sua identità e a dare il via ad una spietata caccia all'uomo che si concluderà soltanto con il suo annientamento morale, psicologico e fisico.
Il film è il racconto di un dramma che sfocia in tragedia dove il riscatto dell'onore ferito si ripaga con la triste moneta della vendetta.
Il modo differente della giovane coppia di affrontare la vicenda ci pone difronte ad un atavico dilemma etico-morale: perdonare come vorrebbe la moglie o punire come farebbe il marito? I due protagonisti hanno reazioni differenti e prenderanno direzioni opposto che finiranno per allontanarli inesorabilmente. Il film è ambientato a Teheran, città che cerca di stare al passo con la modernità ma è ancora vincolata a dei rigidi codici morali, e si muove su due registri scenici: uno legato alla rappresentazione filmica della vita reale e l'altro legato alla rappresentazione teatrale dell'opera "Morte di un commesso viaggiatore" di Arthur Miller che la giovane coppia sta mettendo in scena. La contrapposizione dei due registri è un sapiente gioco di specchi voluto dal regista in cui i protagonisti si guardano ma non si riconoscono più.
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