Regia di Milos Forman vedi scheda film
E' arrivato il momento di "opinionare" o dire la mia su un film per me fondamentale che mi ha avvicinato alla passione o "materia cinematografica".Uno di quei manifesti passionali ed emblematici dell'animo umano che strizza l'occhio alla sociologia per i contenuti didascalici di cui è enormemente intriso."Qualcuno volo' sul nido del cuculo" è la catarsi del genere umano che si ribella al sistema repressivo negli schemi societari o delle regole subordinate dai "dittatori" o gestori del potere,le cui vittime sono l'anello debole della societa'.Ma per fortuna esistono i Randy Mc Murphy o il "Grande capo" di turno a soverchiare una facciata rigida e (falsamente) perbenista.
Milos Forman realizza cosi' una punta "germinale" del grande cinema anni 70,un film brillante e genialmente "unpolitically correct".Il messaggero del rapporto (in)formale che s'instaura tra societa' repressive e pura ANARCHIA o semplicemente spirito libero,selvaggio o ribelle.Tratto dall'omonimo libro di Ken Kesey è ambientato in un ospedale psichiatrico,il film vive nella catarsi di tre figure:Randall Mc Murphy,l'infermiera "miss" Ratched ed un paziente indiano.Letteralmente ANARCHIA,POTERE,SPIRITUALITA',elementi sociali ed umani che divengono l'animo del film stesso.Mc Murphy è un detenuto ribelle,per sfuggire ai lavori forzati si finge matto ed è internato in un manicomio.L'incontro con gli altri pazienti suggellera' l'elevarsi di Randall a beniamino di un intero gruppo di disagiati mentali.Mc Murphy si scontrera' con la rigida infermiera Ratched,sovvertendo le regole,rovesciando gli statuti,paghera' a caro prezzo la sua indole ribelle.Chi sopravvivera' a tutto cio' è uno dei pazienti,"Il grande capo",un enorme indiano che nel finale si eleva a vis ribelle contro l'incotrastato POTERE.Una pellicola d'impatto forte,sgombra da inutili o semplici retoriche,tutto è affidato ad un "EROE PER CASO":Randy McMurphy,modello dell'anarchico carismatico o "picchiatello" per antonomasia.Un tipo che mostra il dito medio al mondo intero.Forman decise di girare all'interno di un vero ospedale psichiatrico,supportato in cio' dai medici e sopratutto dai pazienti.Una scelta coraggiosa,un infusione di folle e magnetica inquietudine dettata da un mondo asettico dominato da aspre regole.La regia è potente nel mostrarci la FOLLIA nel suo interno,in stanze e corridoi "pallidi",un aspetto malinconico di un umanita' disagiata e prevaricata,un recinto "spinato" di simpatici MATTI dall'animo angelico e remissivo.A muovere i fili di cio' vi è l'infermiera Ratched,una donna dalla personalita' castrata,rigida e raggelante nell'insieme,un Hitler in gonnella che detiene un controllo ossessivo sui pazienti.
McMurphy arriva a scardinare un muro di POTERE che tratta i pazienti alla stregua di marionette,la regia esalta la simbiosi tra L'EROE ribelle e i suoi adepti,i passaggi della "gita" in barca o il party finale sono emblematici in tal senso,pezzi di straordinario calore umano,un urlo di LIBERTA' eroso in un botto dai pazienti,contrapposto all'animo algido e nevrotico della Ratched.Ottima la scelta degli interpreti di questa FIERA umana,dallo straordinario Nicholson,alla sulfurea Fletcher,fino all'eccellente contorno di "picchiatelli",dagli "sconosciuti" Danny De Vito,Brad Dourif e il futuro "scienziato pazzo" Christopher Lloyd,chi invade pero' la scena è Will Sampson,un indiano Creek,pittore nella realta',appena evaso dal carcere per furto di un cavallo.Forman ritaglia per il Grande capo un ruolo ascetico,basti pensare che nel libro era una figura allucinatoria,qui è invece un (finto) paziente sordomuto.Tra il GRANDE CAPO e Mc Murphy si crea un legame profondo e sincero,l'indiano è anch'egli un "rifiuto" della societa',da cui si ribella isolandosi in modo "passivo" quasi come un automa.Una figura chiave nello scorrimento filmico,di cui la poderosa presenza riempie ogni immagine.L'eccellenza registica o soggettista è proprio qui,nel rigore "animale" o naturalistico dato da Forman e dallo sceneggiatore Goldman nel modo in cui è emesso il rapporto tra l'indiano e le "mura folli".
Mc Murphy pur nell'indole anarchica è in qualche modo un "integrato" nel sistema,il Grande Capo no,la sua figura è stagliata come quella di uno "Shaman" dalla saggezza arcaica,fatta di gesti e "silenzi".Un vero e proprio discendente dei guerrieri pellerossa,appartenente ad un etnia "diversa" che lo svincola dall'obbligo alle regole a cui Mc Murphy si ribella erompendo,egli rimane impassibile nell'immutevole sembianza di un mondo agli albori primitivi,il "Grande capo" non ubbidisce ad alcuna regola se non a quelle imposte dalla natura.Sara' lui a trionfare e "portare" Mc Murphy con se, nell'agognato "Canada" dove sopravvive ancora un pezzo di vita indiana.Un atto d'amore autentico di chi fa parte di un microcosmo reale e non precostituito,dove lo spirito rimane immortale."Qualcuno volo' sul nido del cuculo" è un film grandioso nel trascinarci tutti nel profondo dell'animo.Mc Murphy o il Grande Capo sono testimoni di come il POTERE non puo' corrompere o prevaricare chi è libero di natura.Adoro incondizionatamente questo film nella sua grandezza "socio-umanistica" un po furbetta e ruffianella certo,ma amabile nella sua indole "selvaggia" e umana nel tempo stesso......
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