Regia di Milos Forman vedi scheda film
L'Oscar non è un marchio di qualità, ormai dovremmo averlo imparato. Ma tornando al 1975, Qualcuno volò sul nido del cuculo si aggiudicò le statuette per: miglior attore e attrice, miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, vale a dire i 5 premi più importanti e ambiti; logico pensare che questo film abbia avuto un impatto veemente sul mondo del cinema e non solo.
In effetti è proprio così.
Randle Patrick McMurphy, splendidamente interpretato da Jack Nicholson, (vero alter ego del protagonista, a detta di molti) è un ladruncolo spedito in un istituto psichiatrico per essere vagliato, anche se sembra mentalmente sano ed essere solo un furbone che vuole evitare di scontare la sua pena in galera. In manicomio, McMurphy non si adagia affatto ma attua una vera rivoluzione, provando uno strano affetto verso i detenuti, come lui poveri disgraziati succubi di un potere repressivo, in questo caso impersonato da un personale ospedaliero ben poco gentile e benevolo, su cui spicca la terribile capo-infermiera sig.ra Ratched. Randle porterà il subbuglio all'interno dell'istituto, i cui malati si rendono finalmente consapevoli di essere etichettati come tali senza possibilità di reagire, umiliati da sedute psichiatriche rigide ed autoritarie che li fa sentire dei rifiuti della società, per quanto, a detta di McMurphy, "non sono più pazzi della media dei coglioni che va a giro per la strada". Il nativo americano, Capo Bromden, questo lo sa e sarà il più pronto di tutti a recepire il messaggio anarchico/democratico di Randle.
Alcuni dei pazienti cambieranno grazie a McMurphy, ma è difficile che tutto finisca bene all'interno di un ospedale psichiatrico che esemplifica un mondo che è sì pieno di matti, ma dove è il potere costituito a decidere chi è pazzo per porlo al di sotto di sé in un'ideale scala sociale.
Anche non volendo cogliere il significato più meramente politico e sociale del film, che denuncia inoltre trattamenti discutibili come l'elettroshock, Qualcuno volò sul nido del cuculo rimane comunque un film costruito a regola d'arte, che poggia le sue fondamenta su una storia scritta benissimo e su interpreti, dal primo all'ultimo (doveroso citare un Nicholson splendido, una Louise Fletcher perfida e il bravissimo volto d'angelo, poi un po' persosi, Brad Dourif), davvero eccezionali e indovinati. Triste e lento, è vero, ma anche intenso e strappalacrime, un film sulla prigionia e sulla libertà di quelli che toccano il cuore. In definitiva, uno dei film più belli di tutti i tempi.
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