Regia di Grégoire Leprince-Ringuet vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2016 - SEANCE SPECIALE
Già attore, specialmente nei lavori di Robert Guediguian, il giovane Leprince-Ringuet debutta alla regia con la storia, tortuosa e cervellotica, di un triangolo amoroso tormentato tra il focoso Paul, la sdegnosa Ondine, e la filosofeggiante e maliziosa Camille. Il tutto entro un territorio da foresta “coltivata”, con piante secolari disposte geometricamente secondo un piano ben stabilito.
Giochetto filosofico-concettual-amoroso che riesce subito ad apparire indigesto e fastidioso, zeppo com'è di parole a vuoto e di maliziosi sguardi che non portano da nessuna parte. Insomma, spiace ammetterlo, un film pretenzioso ed astratto che non fa che teorizzare inutili vaneggiamenti amorosi che non portano a nulla, secondo un girotondo lezioso e inconsistente dove nulla appare credibile e accettabile.
Ambizioni rohmeriane campate per aria e piuttosto blasfeme, se si pensa alla purezza, magari molto teorica pure quella, ma stimolante e maliziosamente ironica, del grande maestro della Nouvelle Vague, nel film più scult e imbarazzante visto fino ad ora.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta