Regia di Kristina Grozeva, Petar Valchanov vedi scheda film
Un film che veicola accuratamente la rabbia sociale in uno stile neorealistico. Come fare un buon film, pur avendo un budget ridotto, con, soprattutto, un buon cast di pochi elementi e volti inediti, e una solida sceneggiatura che si dispone su più livelli e si dirama in due storie, ma, attraverso una narrazione semplice da seguire: la corruzione politica, l'emancipazione femminile, la discriminazione, il classismo, la contraffazione dei media ecc... L'orologio è il macguffin che scompiglia tutti i piani.
Sono un po' perplesso sul finale che lascia aperta l'ipotesi di una reazione che non mi sento di giustificare. Il protagonista è descritto come un uomo mite con una sua filosofia di vita anche se sembra non averne, come dimostra la consegna del denaro trovato alla polizia. Dichiara spontaneamente la corruzione interna alle ferrovie. Per cui è l'unico responsabile, essendo un adulto, di ciò che, poi, gli accade. Forse mancava nella caratterizzazione del personaggio la possibilità di qualche colpo di testa.
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