Regia di Kristina Grozeva, Petar Valchanov vedi scheda film
Validissima co-produzione Franco-greco-bulgara a metafora di come il potere utilizza le persone a scopo propagandistico abbandonandole poi come rifiuti per non doverne soddisfare le esigenze.
Tsanko Petrov è un manutentore delle ferrovie di Stato che sopravvive con un misero salario e che, a causa di una marcatissima balbuzie, fatica a interlacciare rapporti con altre persone. Durante una perlustrazione lungo i binari scopre un sacco pieno di banconote e avvisa le autorità. Il suo gesto onesto e lodevole lo rende zimbello agli occhi degli scaltri colleghi e un eroe per l'opinione pubblica. Venuta a conoscenza della vicenda, una fredda e perentoria Julia Staykova, portavoce del Ministero dei Trasporti, decide di enfatizzarla premiando Tsanko di fronte alla nazione per distogliere l'attenzione mediatica da altre più importanti questioni e mettere così in buona luce il Ministero. Durante la premiazione però, proprio la PR Staykova smarrisce a Tsanko il suo prezioso (affettivamente) orologio e dalla fatica della donna nell'assumersi le responsabilità preferendo inganno e menzogna alle scuse, unita alla tenacia dell'operaio nel pretendere dignità e la restituzione del suo bene, prende vita uno spaccato di quotidianità che diverte (di quell'humor pieno di spunti di riflessione a cui ci ha abituato il cinema dell'Est) e sa intenerire, mostrando un uomo (davvero solo) contro una burocrazia e una coercizione politica disarmante. La morale della polvere sotto il tappeto non apre certo nuovi orizzonti ma non fa che rimarcare il crepaccio tra popolazione e istituzioni anche nei diritti fondamentali ed emblema di ciò è la scena in cui lo staff del Ministero dei trasporti denigra il tartagliante Tsanko nel filmato dell'intervista sul luogo del ritrovamento dei soldi. Tsanko non è che un pedone in una scacchiera che tutti sembrano essere pronti a "sacrificare" convinti che sempre ci sia un disegno più grande. L'onestà sporcata dall'opportunismo, una delle piaghe sempre presenti in ogni realtà. Il film si maschera da commedia dai ritmi non molto elevati ma rivela il dramma della quotidianità delle fasce meno abbienti come (ad esempio) Tsanko e la sua ansia di non aver abbeverato i conigli per poche ore. I silenzi, i suoni e gli ambienti mettono in risalto una Bulgaria ancora spoglia e modesta e in cerca di una strada per mettersi al passo coi tempi. La doppia regia e sceneggiatura di Kristina Grozeva e Petar Valchanov mostrano con il peso giusto la doppia prospettiva di chi ha tutto e chi niente e di come i primi tendano a evitare o strumentalizzare le lamentele o i problemi reali della povera gente. Un tuffo in un mondo che somiglia (anche se lontanamente) al nostro e in un cinema che regala sempre qualche "chicca", allarga gli orizzonti e che (almeno per me) varrà sempre il prezzo del biglietto.
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