Regia di Sergio Martino vedi scheda film
La bellissima estate è un lavoro dalle mire eccessive, troppo ambiziose per il team Martino (Sergio regista e il fratello Luciano produttore; entrambi inoltre sceneggiatori al fianco di Sauro Scavolini); un melodrammone dalle atmosfere ottocentesche (l'alta borghesia, il conflitto di classe, l'infanzia lacerata con un retrogusto di buonismo deamicisiano) che, per quanto illustrato con sufficiente cura, non risulta mai 'vero'. Tutto molto impostato, artificioso, come un lungo fotoromanzo lacrimevole; e questo nonostante le buone interpretazioni, compresa quella del piccolo Duilio Cruciani. Nel cast anche Senta Berger, Caterina Boratto e caratteristi non disprezzabili come John Richardson e Renzo Marignano, nonchè Lino Toffolo in un ruolo laterale che contribuisce a sdrammatizzare un minimo le fin troppo cupe e angosciose atmosfere della storia. Bella la colonna sonora firmata - l'unica nella sua intera carriera - dal pianista Alberto Pomeranz. Fra le cento, mille banalità di cui la trama è farcita, spicca però il discorso sul senso di colpa da parte di chi ha raggiunto il benessere (il piccolo Gianluca si ritrova preso in giro a scuola ed emarginato a causa del fatto che è milionario): un concetto, certo, molto sessantottino, ma sviluppato in modo più approfondito ad esempio di quello psicologico (l'elaborazione del lutto della madre, ad es.), che è invece piuttosto grezzo all'interno del film. 4/10.
Una giovane vedova tace la morte del marito (in un incidente durante una gara automobilistica) al figlioletto, troppo innocente per sopportare la notizia. Finita l'estate, si trasferisce con il bambino in un'altra città: ma il piccolo capisce che qualcosa non va e si fa sempre più inquieto.
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