Regia di Isao Takahata vedi scheda film
I disegni sono semplici, i soggetti appena accennati e poco armonici, gli sfondi quasi inconsistenti, e tutto è poco colorato. Ma non mancano squarci improvvisi di voli fantasiosi, (sogni ad occhi aperti?) più colorati e definiti. Discettano in maniera seria ma cervellotica, originale ma demenziale - quindi divertente ma sempre educativa -
11° lungometraggio della Ghibli e 4° diretto (e sceneggiato) da Isao Takahata per questo studio. Dopo il grande successo di Principessa Mononoke, lo Studio non può contare su Hayao Miyazaki che giustamente vuole riposarsi. Yoshifumi Kondo? purtroppo è morto, rimane Takahata che ama cambiare, sperimentare. Ecco allora questo diversissimo I miei vicini Yamada (perché vicini? non c’è un vicino che racconta…forse perché i protagonisti sono persone comuni come tanti nostri vicini? mistero!), adatto ai giovani spettatori (che potrebbero anche annoiarsi), come ai più grandi (che potrebbero rimanere sconcertati).
E’ tratto da fumetti giapponesi che hanno la particolarità di essere brevi episodi. I disegni sono semplici, i soggetti appena accennati e poco armonici, gli sfondi quasi inconsistenti, e tutto è poco colorato. Ma non mancano squarci improvvisi di voli fantasiosi, (sogni ad occhi aperti?) più colorati e definiti. All’inizio la piccola della famiglia ci presenta il padre, la madre, il fratellone (in quasi tutti i film Ghibli c’è un fratellone o una sorellina…i legami affettivi sono importanti!) e la nonna (veramente trattata con grande rispetto da tutti!). Quando partono e si scordano la bambina lei dice che sono loro quattro ad essersi persi! Giustamente Yamada è una famiglia sui generis altrimenti il film sarebbe senza interesse.
Iniziamo a conoscerli ascoltandoli discettare in maniera seria ma cervellotica, originale ma demenziale - quindi divertente ma sempre educativa - sui tanti argomenti che una famiglia affronta nella quotidianità, come l’utilità dello studio, del matrimonio perché in due si affrontano meglio i problemi e ci si aiuta. Anche la nonna racconta il proprio punto di vista ad esempio sulla casa, che è in gran parte sua perché suo era il terreno dove è stata costruita o sulla morte quando va a trovare un’amica ammalata. La madre fa la spesa, cucina, lava i piatti, fa la differenziata e col marito, che corre per non arrivare in ritardo al lavoro, parla di economia domestica, il tutto sempre in modo decisamente originale e sarcastico. Intelligenti discorsi dalle molteplici sfaccettature…ad ascoltarli ci risulta difficile scegliere chi ha ragione. Il momento migliore? la ramanzina della nonna ad una banda di motociclisti…mitica!
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