Regia di Paco León vedi scheda film
Ancora una pessima e volgare trasposizione italiana del titolo originale, che pure, di per sé, dovrebbe essere abbastanza esplicito*. Per nostra fortuna al raccapricciante titolo nella nostra lingua non corrisponde la sostanza del film, che è certamente una commedia erotica, ma non banale, né volgare. Il regista, infatti, ci introduce nel mondo poco conosciuto di alcune “perversioni” sessuali dai nomi strani che ne chiariscono la natura: alcuni (sonnofili) provano desiderio sessuale e piacere solo guardando dormire il proprio partner; altri (arpaxofili) solo in situazioni di pericolo o di aggressione violenta; altri (elefili) mostrano una passione smodata per certi tessuti; altri ancora (dacrifili) per le lacrime del loro partner… e via elencando. Da queste situazioni che non sembrano in verità molto perverse (va da sé che le aggressioni violente siano simulate) nascono gli episodi raccontati dal film con tono spigliato e insieme garbatamente ironico. Una Madrid estiva, colorata e bellissima, costituisce lo sfondo in cui si intrecciano, alternandosi sullo schermo, le storie dei personaggi, la cui “devianza”sessuale (ma esiste davvero la normalità in questo privatissimo ambito?) li caccia in situazioni quasi sempre imbarazzanti, talvolta buffe e talvolta patetiche e dolorose, ciò che costituisce l’oggetto del film, raccontato con umana e pietosa partecipazione. Il regista, che è al suo terzo lungometraggio, in questo lavoro ricopre anche un ruolo d’attore non proprio secondario: dal desiderio del suo personaggio (Paco) di far rivivere la passione d’amore per la moglie (che ora è un po’ languente) nasce la coscienza della molteplicità delle fantasie erotiche che possono far bene al rapporto di coppia, riportando gioia e serenità laddove mugugni e silenzi potrebbero mettere in crisi anche il legame più solido.
Il film, che è un remake dell’australiano The Little Death di Josh Lawson (non mi risulta essere arrivato in Italia), è in realtà molto “spagnolo” ed evoca soprattutto i primi film di Almodovar, per la vivacità e la naturalezza del racconto, per il gusto trasgressivo che lo attraversa e per la sincerità liberatoria dell’erotismo che lo caratterizza. Non un grande capolavoro, ma un film gradevolmente divertente.
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*il regista (QUI l’intera intervista ) dichiara:
“Kiki viene dall’Inglese quickly. Esiste anche il nome francese Kiki e un altro africano; ed è un termine inglese che si riferisce ad un tipo di festa: una canzone molto famosa degli Scissor Sisterssi intitola Let´s have a kiki: facciamo una festa. Così kiki si usava per tutto: l’eufemismo infantile difare un kiki rende la cosa festosa e internazionale”.
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