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Souvenir

Regia di Bavo Defurne vedi scheda film

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La recensione su Souvenir

di alan smithee
6 stelle

Liliane è una minuscola, taciturna operaia che lavora in una catena produttiva, addetta ai ritocchi finali per il confezionamento di un pasticcio di carne inscatolato al servizio di una distribuzione in larga scala.

La sua vita di routine si consuma tra il lavoro, interrotto solo da un frugale pranzo a base di triste tramezzino, un viaggio in autobus in cui la donna non dà confidenza ad alcuno, ma si distrae leggendo un libro di narrativa sentimentale; infine la sera dopo cena, sul divano a seguire distrattamente un quiz televisivo, impegnata di piu' a sorreggere il bicchiere sempre alla ricerca di un comune superalcolico di cui risulta perennemente a debito, ed alternato incautamente ad un uso sin troppo disinvolto dell'astronave. 

Il giorno in cui in azienda viene assunto il giovane pugile Jean, cominciamo a scoprire molti dettagli in più di quella donna minuta ed all'apparenza ordinaria: dietro la sua immagine opaca, o come tante, si cela la ex cantante Liliane, che a metà anni '70 ottenne addirittura il secondo piazzamento all'Eurofestival, subito dietro il celebre gruppo degli Abba, col suo melodico sdolcinato cavallo di battaglia.

Oggi di fatto dimenticata dalla massa, salvo qualche fugace "amarcord" di qualche gioco a premi televisivo, Liliane viene riconosciuta dal giovane, che nutre una particolare attrazione verso quella cantante caduta invece nell'oblio.

Dopo vari rifiuti e tentennamenti, la donna cede alle lusinghe del ragazzo, che alla fine, oltre ad innamorarsi di lei, la convince a tornare sulle scene, procurandole un inaspettato ritorno di popolarità: lo stesso che potrà mettere in crisi e minare le basi di una relazione impossibile già solo dal puntio di vista anagrafico della coppia, ora protesa ad affrontare le incognite e gli inconvenienti di un successo tornato improvvisamente a splendere sul volto ancora affascinante della minuta cantante.

Per il ritorno in regia del talentuoso regista belga Bavo Dafourne, Isabelle Huppert è senz'altro l'elemento cardine che tiene in piedi una storiella certo un pò esile, coadiuvata tuttavia dall'estro visivo originale e scenicamente intenso del bravo regista, noto a qualcuno per il tenero North Sea Texas e per il malizioso esperimento da mini-serial Campfire: entrambi improntati a descrivere problemi generazionali dell'età "teen" alle prese con la gestione delle proprie tendenze omosex.

Una fantastica ripresa iniziale tra le bolle rivela poco dopo una sua origine ed effervescenza decisamente meno poetiche, piu' pratiche (vedere per credere), ma non meno ironicamente divertenti, al servizio dello spirito inventivo di un regista che, magari forte di storie più complesse e validamente strutturate, potrebbe davvero dare tanto al suo pubblico quanto ad originalità di stile, visionarietà ed indubbie spiccate doti di narrazione.

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