Regia di Joe Dante vedi scheda film
Spassoso come solo Joe Dante poteva fare. L'irriverenza di un gruppo di adolescenti in vacanza da soli è la base di questi Gremlins cattivoni che ti fan morire dal ridere per le loro trovate intelligenti e mai di bassa macelleria. La storia è semplicissima, ma non è la cosa che più interessa al regista, che vuole solo fare un film divertente pieno di punture fastidiose al sistema borghese americano. Come leggere altrimenti tutti i vari riferimenti alla repressione giusta e democratica che troviamo sparsi in tutto il film? C'è anche una veloce immagine di un disegno della Statua della Libertà cerchiata dal tipico segnale di divieto. Da leggersi forse come "divieto di Libertà"? Certo, cercare a tutti costi un sottotesto sociale o politco nei due Gremlins è roba da intellettuali ad ogni costo, ma è impossibile non vederci invece una leggera rivoluzione al sistema, scanzonata e irriverente. Tipica appunto di ragazzi ad un festino, liberi di divertirsi. Anche il personaggio dell'imprenditore moralista è una bella macchietta che sul finale diventa ancor più ambigua grazie a due tipi di tensioni: da un lato coglie il lato esemplare di quanto gli è successo, e dall'altro continua nella sua corsa verso il businness ad ogni costo.
Un plauso a tutte le guest star: da Cristopher Lee, inquietante nonostante la cornice comica del film, a John Amis, Robert Prosky, e il solito Dick Miller che ci piace tanto. Citazioni a manetta per scherzare con e sul cinema. Come il precedente "Gremlins" siamo di fronte ad un'altra idea di divertimento plastico. E tutti questi simpatici pelosoni hanno quacosa che tutti gli "Shreck" di questo mondo non avranno mai.
Un "Animal House" di mostriciattoli.
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