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Harlem Knockout

Regia di Carmine Gallone vedi scheda film

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La recensione su Harlem Knockout

di mm40
4 stelle

Passandosela abbastanza bene in America, Amedeo invita suo fratello Tommaso a raggiungerlo. Tommaso ha la fissa di sfondare nel mondo della boxe e quello sembra essere il palcoscenico giusto. Ma nel frattempo Amedeo viene ingiustamente accusato di omicidio e incarcerato.

Nel 1943 Carmine Gallone, con una trentina d’anni di carriera registica alle spalle, era ormai una ‘vecchia volpe’ della nostra cinematografia; non sorprende quindi la semplicità e la compattezza di un’opera come questo Knock-out!, sottotitolo: Harlem, che racconta le melodrammatiche peripezie in terra americana di due fratelli del Belpaese. Ad aiutare nella riuscita del lavoro intervengono senza dubbio il cast tecnico (in testa la fotografia di Anchise Brizzi) e artistico, che vanta nomi del calibro di Amedeo Nazzari, Osvaldo Valenti, Vivi Gioi, Elisa Cegani, Massimo Girotti, Gianni Musy, Enrico Viarisio, Luigi Almirante, Giuseppe Porelli, Enrico Glori, Luigi Pavese e Mino Doro: eccellente è dire ancora poco. Le sceneggiatura, tratta da una novella di Giuseppe Achille, reca le firme di Sergio Amidei e di Emilio Cecchi, con la collaborazione di Pietro Petroselli e di Angelo F. Guidi; se la storia in sé non è nulla di particolare, quantomeno incuriosiscono i toni patriottici con cui viene raccontata, consoni ai dettami ‘artistici’ del regime dell’epoca. Inutile commentare il razzismo palese con cui vengono trattati gli afroamericani: a quei tempi nessuno avrebbe trovato strano un certo linguaggio e certi sciocchi stereotipi. Bizzarro, inoltre, che per un lavoro così fieramente italiano siano stati scelti un titolo e un sottotitolo in lingua straniera (vabbè, Harlem è pur sempre il nome di una località, naturalmente). A conti fatti comunque si tratta di una pellicola del tutto innocua, mero intrattenimento realizzato con gran cura. 4/10.

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