Regia di Sergio Corbucci, Steno vedi scheda film
Film a episodi senza un particolare filo conduttore, divertente ma piuttosto frammentario e poco rappresentativo nella filmografia dei tre protagonisti (Pozzetto, Montesano, Villaggio), le cui prove migliori vanno ricercate altrove.
Commedia a episodi senza un filo conduttore, dagli esiti inevitabilmente ineguali. I due registi (Steno e Sergio Corbucci) ci mettono il mestiere, ma queste “tigri” hanno gli artigli spuntati. I migliori sono Cochi e Renato in abito talare (particolarmente congeniale a Pozzetto, che qui interpreta per la prima volta un prete, e che avrebbe ricoperto lo stesso ruolo anche in Testa o croce e Papà dice messa), in un episodio dalla piacevole ambientazione lacustre e con qualche interessante spunto sul rinnovamento della Chiesa. Il segmento con Montesano è piuttosto caotico e si ride poco, ma ci si rinfranca con Dalila Di Lazzaro (sempre una gioia per gli occhi e adatta al ruolo di nobildonna) e ci si incuriosisce per la presenza di Nanni Loy nel ruolo di se stesso. Villaggio vola piuttosto basso, in un episodio che ripropone i cliché fantozziani, con qualche battuta divertente e alcuni buoni comprimari (Mazzamauro, Amendola, Vargas). La formula “tigresca” fu riproposta l’anno dopo, con gli stessi mattatori e con esiti ancora più diseguali.
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