Regia di Ruggero Deodato vedi scheda film
Il ritorno sulla scena di "Monsieur Cannibal" (alias Ruggero Deodato) si rivela essere una cocente delusione. Dello stile e della tecnica di un grande regista, qui rimane davvero poco.
La festa di Halloween, per quattro studenti -due ragazze e due ragazzi- di diversa nazionalità, è l'occasione giusta per dare sfogo ad ogni tipo di eccesso. Droga, alcol e sesso sono infatti le loro principali attrazioni. Al mattino però solo in tre si risvegliano. Il cadavere di Elisabeth (Noemi Smorra) giace al loro fianco, ma nessuno ricorda nulla di quanto accaduto durante la notte. Tramite le registrazioni video effettuate in vita da Elisabeth, mediante cellulare, lentamente i ricordi riaffiorano.
Ispirato dal tragico fatto di cronaca che, per anni, ha alimentato trasmissioni televisive a dir poco morbose (il caso Meredith Kercher) anche Deodato, a distanza di parecchio tempo, decide di (ri)tornare a dirigere un film accedendo -in parte- economicamente al contributo pubblico (sovvenzione statale). Peccato che nello scrivere e girare Il giorno dopo (titolo di lavorazione di Ballad in blood) non si discosti, anche per cinismo, dai programmi di telecronaca, prendendo purtroppo parecchi spunti dai patetici protagonisti della vicenda.
Il film non coinvolge, nè appassiona, a causa della totale assenza di thriller e nonostante una certa dose di violenza, esibita con certo compiacimento. A rendere ancora più pesante la visione contribuisce poi il fiacco ritmo, assopito dall'inefficace alternanza tra le riprese video -che sembrano realizzate da un principiante (nostante il notevole background di Deodato)- e i ripetitivi e scialbi siparietti con i tre disgraziati rinchiusi in una stanza. Persino la colonna sonora di Claudio Simonetti si adagia su uno stile anonimo e di routine.
Deodato, in un personale gioco di rimandi -per replicare agli omaggi tribuiti da Eli Roth (ad esempio la comparsa in Hostel 2)- interpreta il brevissimo ruolo -che dovrebbe essere comico- del professore che di nome fa... Roth. Nulla di male, senonché di discutibile gusto appaiono (questo infatti non è l'unico) gli intermezzi ironici, calati in un contesto purtroppo reale e quindi delicato per via del riferimento (non casuale) a persone toccate, per vicinanza, dalla drammatica vicenda di cronaca. Deodato è stato un grande regista, ha lasciato -in patrimonio al cinema italiano- un'invidiabile elenco di titoli che resteranno come granitico esempio delle sue non comuni capacità artistiche. Ma qui, davvero, diventa difficile trovare elementi che possano giustificare entusiasmo durante la visione. Entusiasmo, di tipo reverenziale, invece presente perchè provocato unicamente dal piacere di rivedere sulla scena un Grande. Un Grande, fuori tempo massimo.
Presentato in anteprima, nel 2016, al TOHorror Film Fest Ballad in blood è poi singolarmente rimasto inedito, proprio nel paese d'origine.
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