Regia di Rian Johnson vedi scheda film
Il più grande maestro il fallimento è!
Quando le Forze Ribelli pensavano di aver evitato l'attacco dell'Impero (o del Primo Ordine, come si dice ora) e poter agevolmente fuggire in un nuovo pianeta da cui ricominciare la lotta, ecco che si accorgono di aver sottovalutato gli avversari. Nel frattempo la giovane Rey cerca di convincere l'ormai vecchio e sfiduciato Luke Skywalker ad unirsi a loro...
Dopo il fiasco dell'Episodio VII, la saga non poteva che migliorare. Qui comincia in maniera epica con la splendida battaglia fra le minute astronavi della flotta ribelle che affronta nientemeno che uno maestoso incrociatore imperiale, in un caleidoscopio di immagini e suoni degni della migliore fantascienza. Poi i toni si affievoliscono, la narrazione rallenta e comincia a stagnare per buona parte della parte centrale (ma perché mai bisogna dilatare certe opere fino all'inverosimile?), per poi riprendersi nel finale.
Non è questione che solo l'azione e la lotta possano rendere appassionante una storia. Tutt'altro: sono le situazioni poco attinenti o le sequenze messe a caso, tra cui inserisco anche fasi concitate come il passaggio dal pianeta-casino e la inopinata insurrezione all'interno delle Forze Ribelli, che servono solo ad allungare il brodo senza aggiungere niente di concreto alla trama.
E tuttavia il film risulta bello da vedere grazie ad una fotografia molto curata, a location particolari, a scenografie insolitamente metafisiche; inoltre in tutto il film aleggia il tema della sconfitta che abbatte e sembra non dare la possibilità di ripartire: nonostante qualche battutina che faceva ridere i bimbi presenti in sala, il vero succo della storia è la gestione del fallimento.
L'omaggio finale a "la nostra grande Principessa" Carrie Fisher, scomparsa proprio un anno prima (nel dicembre 2016), oltre che doveroso è risultato commovente per tutti i fan di Star Wars degli anni '70 che hanno amato quel personaggio.
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