L'ottavo capitolo della saga di Star Wars sarà ricordato non solo perché è l'ultimo film interpretato da Carrie Fisher, la mitica principessa Leia, ma anche per la grande rentrée di Mark Hamill nel ruolo di un Luke Sywalker invecchiato e disilluso.
L'ottavo capitolo della saga di Star Wars sarà ricordato non solo perché è l'ultimo film interpretato da Carrie Fisher, la mitica principessa Leia (una lacrimuccia scende dalle mie guance), ma anche per la grande rentrée di Mark Hamill nel ruolo di un Luke Sywalker invecchiato e disilluso (una buona prova, secondo me, specie nell'ultima parte). Con dovizia - ma anche con pizzico di furbizia - i nuovi scrittori/registi (che, anziché pensare in più film come faceva ai tempi George Lucas, preferiscono scrivere capitolo per capitolo) puntano i riflettori soprattutto sui nuovi personaggi, introdotti nel film precedente, dando spazio non solo ai Jedi Rei e Kylo Ren, ma anche agli altri. Da ricordare Benicio del Toro nel ruolo di un ladro interstellare, anche se sembra un personaggio non molto dissimile dal Collezionista visto in "GUARDIANI DELLA GALASSIA". Insomma, questo film piuttosto che essere una versione del 2017 de "L'IMPERO COLPISCE ANCORA", è un film disseziona la pellicola di Irving Kershner del 1980 e ciò non mi dispiace. Quel che mi dispiace è che certi puristi della saga non accettaranno certe scelte della produzione, ma questa è Hollywood (almeno credo).
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