Regia di James Gunn vedi scheda film
Inizio scoppiettante, finale in discesa.
Il primo Guardiani della Galassia ha avuto il grande merito di portare una ventata di freschezza nell'universo dei film Marvel, seguendo uno schema dal taglio registico personale e completamente controcorrente rispetto agli altri film del brand. A cominciare dai protagonisti: auspicabilmente lontani dalle macchiette fumettistiche dei vari Iron Man e Thor. I Guardiani sono apparsi più credibili ed amabili per via dei loro lati umani così pronunciati, della loro naturale goffaggine ed ironia, dei loro tic o dei loto tratti distintivi così variegati. Anche la storia si svolgeva seguendo uno spartito libero dalle solite catene Marvel: azione iniziale, noia, noia mortale, lezioncina morale, Stan Lee, azione finale.
E qui arriviamo al punto! Sono andata a vedere il volume secondo, spinta dalle entusiastiche impressioni che mi aveva lasciato il primo film e speranzosa di assistere a quello che può avvenire con registi in gamba: un secondo capitolo migliore del primo. Un'utopia? No. E' successo con Shrek, con Hell Boy, può succedere. Ma non è successo con i Guardiani della Galassia. Tutti i passi in avanti del primo film sono stati compiuti in direzione contraria con il secondo. Va detto che la prima parte del film conserva ampiamente gli standard di risate e divertimento del primo capitolo senza aggiungere nulla di nuovo; ma nel secondo, lungo, tempo si precipita di nuovo nell'alienante schema a fumetti: fatto di scontatissimi predicozzi morali e lezioncine di vita che nel 2017 non hanno più nulla da insegnare nemmeno ai bambini, cavalcando l'onda del Cinema ad ampio budget di Oggi: prodotti noti che rassicurano il cliente. Stanno passando i tempi in cui anche i blockbusters potevano essere "stupefacenti".
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