Regia di James Gunn vedi scheda film
Allo stesso livello del primo, ma con una sceneggiatura più ambiziosa
Con questo atteso e robusto seguito il regista, James Gunn, ha confermato di essere tra i migliori nel gestire le esigenti aspettative del pubblico a cui piace il genere supereroistico, ma soprattutto è riuscito a ricostruire un teatrino comico e spettacolare bello quanto il primo e al tempo stesso diverso, per niente scontato e che non fa assolutamente pesare le più di 2 ore di durata e i lunghi titoli di coda, in cui possiamo gustare ben 5 scene inedite, metà scherzose metà filo conduttore per i prossimi film dell'Universo Marvel. La formula ha funzionato perché da una parte non delude assolutamente gli estimatori del primo "volume" (attenzione al walkman) e in generale di questo team eterogeneo, diventato ormai una famiglia alla stregua di quella di "Fast and Furious", addiritura accrescendo il fattore comico attraverso dialoghi quasi demenziali, non lungi da allusioni sessuali e parolacce, secondi solo a quelli di "Deadpool", e mantenendo lo spettacolo esplosivo, tra luci, raggi e astronavi; dall'altra la sceneggiatura di James Gunn è intelligente e, non dico originale, ma comunque ambiziosa, di più ampio respiro rispetto alla prima, riuscendo a creare un gioco ambiguo di buoni e cattivi, in cui i primi si trasformano nei secondi e viceversa, e presentare tanti personaggi interessanti, di diversa specie e dunque incompresi e derisi l'un l'altro, nonché una svolta catastrofica ricca di pathos, momenti epici e le sempre emozionanti musiche di Tyler Bates, che affianca i suoi motivi sonori ai classici singoli che hanno contraddistinto lo spirito della saga. Qui i migliori sono il procione Rocket, che fa di tutto per essere odiato; Drax il distruttore, scatenato, incurante delle sue dichiarazioni e sempre con uno scarso senso dell'umorismo; Yondu, il padre adottivo di Star-Lord (non Star-Merd), la cui freccia che rsiponde al fischio è una delle armi più belle viste in questo genere, ma soprattutto il "rametto" Groot, carino ma comunque pericoloso e con la risposta sempre pronta: "Io sono Groot", frase tanto emblematica e diventata famosa da sostituire nei titoli molti nomi del cast tecnico, e col suo balletto con sfondo battaglia all'inizio regala una scena entusiasmante che incanta lo spettatore. Tra le new entry troviamo Stallone in tre scene, Kurt Russell in un personaggio "celestiale" ma enigmatico, Ego, e poi due personalità che prossimamente avranno ruoli importanti nella trama: l'empatica Mantis (Klementieff) e la regina suscettibile Ayesha (Debicki). Effetti speciali, scenografie e costumi di nuovo impeccabili. L'ex sceneggiatore della Troma è riuscito a realizzare un altro spettacolo degno di nota da gustare e "nuovo", nonostante il ritmo e l'anima zuzzurellona della pellicola siano già consolidate. Tra gag e battaglie stellari vale proprio la pena di vederlo.
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