Regia di Fred Cavayé vedi scheda film
A dirigere Un tirchio quasi perfetto è il cineasta francese Fred Cavayé. Dopo una lunga esperienza come fotografo di moda, Cavayé esordisce al cinema del 2008 con Anything for Her, a cui negli anni fanno seguito Point Blank e Mea Culpa. Ad accomunare i tre titoli è fondamentalmente il genere: si tratta infatti di thriller molto cupi. Radin!, se si esclude il segmento di Gli infedeli diretto da lui, rappresenta la sua prima volta nella commedia, un genere insolito con cui ha voluto cimentarsi, come si evince dalle sue stesse parole: "Tutti e 4 i miei film hanno un punto in comune: sono film da domenica sera, ovvero cinema di puro intrattenimento. Che siano thriller o commedia poco importa, l'importante è far divertire il pubblico. Prima di Un tirchio quasi perfetto, ho realizzato tre thriller e mai avrei pensato di cimentarmi con la commedia. Ecco perché quando il produttore Jehelmann è venuto da me con questo progetto ho voluto accettare la sfida. Per me, è stato emozionante cimentarmi con qualcosa di inedito sia per forma sia per contenuto. Per quanto ne so, sono pochi i film in cui il personaggio principale è un avaro... mi vengono in mente solo gli avari di Louis de Funès e di Alberto Sordi".
Interprete principale di Un tirchio quasi perfetto è l'attore e regista francese Dany Boon. Vero specialista di commedie, Boon esordisce in televisione nel 1995 ma a regalargli il successo e la notorietà è il cinema. Da Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia fino a Tutta colpa del vulcano, inanella una lunga serie di titoli dal grande incasso al box office francese e si cimenta nella regia, dirigendo e interpretando Giù al Nord, opera che lo consacra definitivamente a livello mondiale. A proposito del suo personaggio in Un tirchio quasi perfetto, Boon dichiara: "Ho accettato di prendere parte al film sia per il regista sia per la storia. La seconda parte della sceneggiatura rivela nella fattispecie una dimensione umana in grado di regalare emozioni inaspettate. Per me, una commedia di successo deve sia far ridere sia emozionare. Il mio François Gautier e la sua tirchieria mi hanno permesso di interrogarmi sul concetto di generosità. Cos'è la generosità? Perché e come dare qualcosa agli altri? Cosa dare? Sebbene faccia ridere, Gautier è anche abbastanza inquietante, direi. Il film è costruito come una fiaba: tra le righe, è possibile leggervi un fondo di verità molto drammatico".
L'avarizia di Gautier viene messa in discussione dall'incontro inaspettato dell'uomo con due diverse donne.
La prima è Valérie, giovane musicista che si innamora di Gautier. A impersonarla è l'attrice Laurence Arné, che dopo gli studi in danza e pianoforte ha iniziato a dedicarsi a spettacoli teatrali in cui combinava ballo, canto e personaggi femminili spesso ridicoli. Ciò l'ha portata verso la recitazione, facendole intraprendere la carriera di attrice. Dopo i primi lavori per la televisione, esordisce al cinema nel 2010 in L'amore per caso. La sua Valérie è una giovane donna iper sensibile, che ha trovato protezione dal mondo esterno rinchiudendosi nella musica e dedicandosi alla sua carriera da violoncellista.
La seconda è invece Laura, la figlia che Gautier scopre di avere. Laura è cresciuta senza il padre e ciò ha finito con il creare un grande vuoto nella sua esistenza, oltre che una sorta di barriera psicologica che non permette a nessuno di oltrepassare. Inoltre, ha idealizzato la figura del genitore convincendosi che lavora per qualche ente umanitario. Dolce nonostante il dolore, finisce per incontrare il padre ma non ha la minima idea di chi realmente sia. Laura è portata in scena dall'attrice di origini svizzere Noémie Schmidt. Figlia di un avvocato e di una biologa, la Schmidt si interessa allo spettacolo sin da bambina, frequentando la Schola di Sion, in cui si specializza in canto. Dopo aver studiato teatro a Bruxelles, ha mosso i primi passi nel mondo dei cortometraggi prima di avere la grande occasione al cinema con L'étudiante et Monsieur Henri di Ivan Calbérac.